L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - L'ingenua Lazio cade nel tranello e consegna il derby alla Roma: alle frittate di Wallace e Marchetti si aggiunge quella di Banti - Lazio News 24
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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – L’ingenua Lazio cade nel tranello e consegna il derby alla Roma: alle frittate di Wallace e Marchetti si aggiunge quella di Banti

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Il derby è perso, la testa anche. Stracittadina che lascia gli strascichi dentro e fuori dal campo. Tutto succede in un minuto: dopo la frittata di Wallace si scatena un effetto domino sulla Lazio. Cataldi espulso e Lulic a rischio squalifica, sono le due ciliegine sulla torta dopo una giornata pessima, arricchita dall’ennesimo arbitraggio ostile di Banti nei confronti dei biancocelesti.
Dopo un primo tempo buono, si spegne la lampadina e la Roma prende il sopravvento. Gioventù, sfrontatezza e poca esperienza di una Lazio giovane in degli interpreti e priva di personalità in altri.

«GIOCATE COME SE IN CAMPO CI STESSIMO NOI» – Dal 1’ al 90’ l’impegno dei calciatori non è mancato nemmeno per un istante, a mancare in determinate circostanze è stato il carattere dei più esperti. In partite del genere ci si aspetta di più in da un titolare dell’Argentina, oppure da chi di derby ne ha vinti e persi tanti.
Qualsiasi giudizio quest’oggi potrebbe essere gonfiato dal risultato di ieri, più che bugiardo per quello visto in campo. La Roma non è mai stata pericolosa, e basta vedere i gol per rendersene conto. Inzaghi l’ha preparata bene sotto tutti i punti di vista: due episodi dei singoli condannano i suoi ragazzi, tanto bravi quanto ingenui in determinati frangenti.
Tatticamente la partita viene gestita senza particolari patemi, quello che è mancato alla squadra è stato quel carattere necessario in partite come il derby.
Lo scatto della panchina al torto subito da Cataldi è l’emblema di quanto questo gruppo sia unito, particolare non da poco visti i dissapori della scorsa stagione, il problema però resta il rettangolo verde; a nulla serve andare ad inveire davanti alle telecamere contro i calciatori avversari , si fa soltanto il gioco loro e si da adito allo sfottò della parte avversaria. Da qualsiasi sconfitta si può imparare qualcosa: la Lazio ha un buon organico e nonostante questa battuta d’arresto, lotterà fino alla fine per le prime posizioni. Bisogna uscire più forti da questo derby e continuare a lavorare su questa strada. A Simone Inzaghi l’arduo compito.

BANTI CHE DISASTRO! – Il pomeriggio nero della sestina arbitrale è iniziato sul presunto contatto (mai avvenuto) Peres-Biglia e finito sull’episodio Strootman-Cataldi. Nello specifico continua a toppare Luca Banti, uno che di personalità dovrebbe averne da vendere, essendo anche un fischietto internazionale. Il provocato espulso, il provocatore ammonito; in quel caso poteva girare il derby, lui però ha deciso di mandarlo nella stessa direzione scelta nel primo tempo, quando senza esitare indicò il dischetto. Nulla di tutto ciò giustifica il secondo tempo pessimo della Lazio, condito dalle sciocchezze di Wallace e Marchetti, ma le partite si vincono anche giocando male e i ragazzi di Inzaghi lo sanno bene.
La stracittadina qualsiasi sia il risultato, si porta dietro polemiche legate al campo, all’arbitraggio o a quanto avvenuto in settimana e quest’anno non farà certo eccezione.
La rabbia è tanta, la delusione anche. I tifosi hanno trasmesso la loro carica ai calciatori che hanno messo tutto in campo, anche l’emozione di chi ha vissuto poche partite di questo tipo. Ora bisogna resettare e ripartire.
Il campionato non finisce oggi, sabato c’è un crocevia fondamentale per il proseguo della stagione e soprattutto per dimostrare che con la Roma si è trattato solo di un incidente di percorso.

DA DOVE RIPARTIRE – In un derby l’amarezza per la sconfitta è superiore alla gioia per una vittoria. La Lazio esce da questa partita con le ossa rotte, ma il puzzle non può sgretolarsi proprio ora.
Il condottiero Inzaghi ha il compito di rimettere insieme i pezzi e di alimentare i sogni di quei tifosi tornati al proprio posto per sostenere la propria squadra. La strada presa è quella giusta e adesso si vede di che pasta è veramente fatto questo gruppo, basato sull’unità di intenti e sul non mollare mai. La massima espressione della mentalità portata da Inzaghi è rappresentata dall’ingresso in campo di Lombardi a giochi già fatti. Nonostante tutto l’esterno viterbese ha lottato su tutti i palloni fino al triplice fischio, perché il mister voleva quello e per questo mister ci si butta anche nelle fiamme.
Il parapiglia scaturito da Cataldi e Strootman è tutto ciò che non si vorrebbe mai vedere in un campo di calcio, ma anche in quel caso si vede l’unione della squadra: i ragazzi biancocelesti hanno voluto difendere un loro compagno dopo un torto subito, come fosse un gesto di fratellanza. Assodato questo, non va mai persa la lucidità nemmeno nei momenti più difficili e ieri ce ne sono stati tanti. La rabbia va messa in mezzo al rettangolo verde e non da altre parti, perché alla fine in un derby ci si ricorda solo di chi vince.
Ora bisogna salvare le cose buone e buttare quelle cattive: l’errore di Wallace non dovrebbe capitare, ma può capitare ad un ragazzo di 22 anni. Toglierlo adesso dal blocco dei titolari vorrebbe dire perderlo e non recuperarlo più, ma in questa gestione dovrà esser bravo Inzaghi. Stesso discorso per Marchetti, non al primo errore stagionale.
I derby è vero, sono partite a parte, ma avvengono sempre all’interno di un campionato, quel campionato che adesso dice Lazio quarta in classifica. Bisogna reagire e tornare a vincere, perché questa squadra insieme alla sua gente, può ancora fare grandi cose.

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