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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – «Piacere, mi chiamo Bastos e oggi voglio fermare Higuain»
Lottare con un arco e una freccia contro chi aveva a disposizione pistole e fucili. La consapevolezza di aver dato tutto, il rammarico per non aver portato a casa il risultato. Una Lazio da applausi deve arrendersi ad una Juventus quasi impossibile da battere, ma nonostante tutto in difficoltà per larghi tratti del match. Grande prova dei ragazzi di Inzaghi, in partita fino all’ultimo secondo, alla disperata ricerca del gol del pareggio che probabilmente sarebbe stato il risultato più giusto.
Questa è la squadra che vogliono vedere i tifosi: dura, vogliosa di stupire e con un cuore immenso che la porta a superare qualsiasi difficoltà. Ieri l’ostacolo d’arginare era proibitivo, ma la strada è quella giusta, seppur in salita.
C’è tanto da lavorare e da migliorare, il sacrificio però non spaventa questa squadra che ha tutta l’intenzione di riportare 50.000 persone allo stadio.
CHIAVE TATTICA – Il nostro Simoncino Inzaghi non è l’ultimo arrivato come si può pensare. Per sua stessa ammissione è difficile non vedergli applicare il 4-3-3, ma la tanta intelligenza calcistica in dote, lo ha portato a vagliare tutte le soluzioni possibili pur di contenere la corazzata Juventus.
Un 3-4-3 che non lascia spazi agli avversari: farsi attaccare e ripartire a tutta velocità sugli esterni dove Lulic, Lukaku, Basta e Felipe Anderson, hanno corso come i matti. Chiuse tutte le linee di passaggio ai bianconeri, non pervenuti per i primi 45’. Praticamente inesistente Mandzukic spesso a duello con Bastos che non lo lascia respirare un attimo. Molto più braccato Dybala, costretto ad arretrare sulla linea dei centrocampisti per giocare qualche pallone.
Superlativo il lavoro di Marco Parolo, anima e cuore di questa squadra che non molla nemmeno un centimetro. Così come quello di Immobile, mai domo e in continuo pressing verso i tre difensori della Juventus. Ciro non ha praticamente mai avuto palloni giocabili negli ultimi 16 metri, ma è riuscito comunque a sfoderare una prova di assoluto livello pur giocando da solo in mezzo a quella che probabilmente è la difesa più forte del Mondo.
CHE MURO! – La voglia di vederlo all’opera era tanta, quasi pari alla delusione al momento del suo arrivo. Il prescelto per affiancare de Vrij era Rodrigo Caio, neo campione olimpico per cui si sono incontrate molte difficoltà. E allora? Chi arriva? Quello che da tutti era visto come un ripiego e invece… “Piacere mi chiamo Bartolomeu Jacinto Quissanga, meglio noto come Bastos e oggi voglio fermare Higuain”. Con questo biglietto da visita il difensore angolano si presenta ai suoi nuovi tifosi che ieri sera si sono arrossati le mani per applaudirlo ad ogni suo intervento. Non sbaglia praticamente nulla, risultando per distacco il migliore in campo dei suoi.
Agevolato anche dalla difesa a 3 con cui giocava al Rostov, si cala perfettamente nella realtà italiana marcando in maniera asfissiante Mandzukic, riuscendo ad annullarlo per larghi tratti della gara. Quello che balza agli occhi con più stupore sono i due 1 contro 1 del secondo tempo contro non uno qualunque, ma Gonzalo Higuain, per di più appena entrato. Bastos lo aspetta e lo blocca, solo come i grandi difensori fanno.
Il rischio di scottarsi contro la Juventus era elevato, ma lui non ha tremato e si è subito guadagnato la stima dei suoi nuovi tifosi che già lo vedono come un idolo. Oggi i riflettori sono tutti per lui. Un ragazzo venuto da lontano, con tanta voglia di stupire.
NON MOLLARE MAI – Vietato cantare vittoria troppo presto, soprattutto quando si parla di Lazio. Lo spirito e l’agonismo messo in campo però, lasciano ben sperare. Questa squadra somiglia molto a quella di Pioli, compatta e dura da battere, anche per chi da 5 anni domina in maniera incontrastata in Italia.
Siamo alla seconda giornata e tracciare un bilancio è ancora difficile, ma questa squadra ha tutto per recitare un ruolo da protagonista in questo campionato. La fame dell’allenatore viene tramandata ai giocatori che soffrono e lottano pur di arrivare al risultato voluto. Le immagini a fine partita dei calciatori laziali a terra stremati e con i crampi, la dicono lunga sul carattere di questo gruppo, sempre pronto a sacrificarsi e ad aiutarsi, esattamente il contrario di quello che accadeva lo scorso anno di questi tempi. I tifosi lo hanno capito e ieri sono tornati per stare vicino a questi ragazzi.
L’apporto della Curva Nord, come degli altri settori è stato importantissimo, ma bisogna riempire tutto lo stadio se si vuole ambire a grandi traguardi. Devono esserci meno spazi vuoti sugli spalti e più voglia di aiutare Lazio. La strada è in salita, ma solo se si è uniti la pendenza può diminuire.
Zero illusioni e tanto lavoro. Partire a fari spenti per poi accenderli al traguardo. Solo applausi per questa squadra e per chi, nonostante tutto, ha deciso di schiararsi al suo fianco. Tutti uniti verso un unico obiettivo: riportare in alto la prima squadra della Capitale.