Archivio
L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Roma ai romani: all’Olimpico prime prove di rimonta
In occasione del miracolo di Bizzarri su Parolo tutti avranno pensato: “Oggi non è proprio giornata!” E invece la partita dell’Olimpico si conclude con una vittoria sontuosa firmata da uno straordinario Candreva e dal “ragazzino” cresciuto a pane e Lazio, Danilo Cataldi.
Una buona Lazio, al termine di un match rocambolesco, riesce ad avere la meglio sulla bestia nera Chievo Verona. Il gol dopo pochi minuti ha un po’ stordito le aquile che però a differenza delle altre uscite hanno costruito molto e sfiorato in più occasioni il pareggio.
Match che regala qualche certezza in più: Bisevac è un gran bel calciatore, esperto e preciso. Non fa cose incredibili ma è sempre puntuale nei suoi interventi. Dopo il difficile battesimo con la Juve si ripete contro il Chievo, tenendo a bada uno come Paloschi che alla Lazio ha sempre fatto male. Il serbo e Radu formano una bella coppia, peccato per l’espulsione del romeno, che in vista di Udine stravolge ancora una volta il reparto arretrato, orfano per l’occasione anche di Lulic.
Era atteso all’esame di maturità Cataldi e si può dire che è stato superato a pieni voti. Il classe 94’ trascinato dal suo istinto si lascia andare ad un’esultanza bellissima sotto la sua curva, purtroppo ancora semi-vuota per note vicende. Rabbia, cuore e lazialità in una corsa attesa 21 anni.
Ci si aspettava molto da Danilo e lui ha risposto presente. Dopo tante critiche ingenerose e gratuite subite da chi conosce più le mura di Formello che della sua casa, il gol di ieri deve essere solo il primo tassello di una carriera gloriosa con l’aquila al petto. Per sua stessa ammissione sostituire un pilastro come Biglia non è semplice, ma la stoffa c’è e il ragazzo si farà.
Timidi segnali di ripresa arrivano anche da Parolo, una delle tante delusioni di questa stagione. Manca lui e mancano i suoi 10 gol alla Lazio. L’impegno non viene mai meno, ma complice una condizione fisica di cui è alla ricerca da Agosto, il centrocampista spesso e volentieri va in difficoltà. Dopo l’espulsione di Radu si posiziona al centro della difesa con Bisevac, a confermare che quando bisogna sacrificarsi, la mano di Marco è sempre la prima ad alzarsi.
Non ci sono più aggettivi per Antonio Candreva, per lui oramai parlano i numeri: 41 gol e 44 assist in 175 partite con la maglia della Lazio. Numeri non male per chi di mestiere non fa l’attaccante ma corre a perdifiato sulla fascia. Mette di media lo zampino con una sua rete o con un passaggio decisivo ogni due partite. Dopo l’uscita di Konko passa a fare il terzino abbinando come sempre la fase difensiva a quella offensiva, sacrificandosi per la squadra; praticamente perfetto . Per capire quanto si folle e allo stesso tempo passionale questa piazza, basti pensare che l’esterno di Tor de’ Cenci è spesso finito nel mirino delle critiche.
Buona prova anche di Keita, che costringe Cesar all’espulsione e torna a timbrare il cartellino. Continua invece non avere un padrone la maglia numero 9. Djordevic viene tirato fuori dopo un primo tempo in cui i palloni giocabili avuti a sua disposizione si contano sulla dita di una mano. Matri e Klose entrano per dare peso specifico in area, ma non fanno meglio del serbo in zona gol. Da applausi lo spirito di sacrifico del tedesco che a 38 anni si posiziona davanti la difesa per aiutare la propria squadra in un momento difficile. Al termine di questa giornata di campionato il bicchiere torna ad essere mezzo pieno. Se si guarda la classifica il quinto posto, che solo un mese fa sembrava pura utopia è a soli 4 punti. Il fatto che quella posizione è occupata dalla Roma sarà un ulteriore stimolo per raggiungerla. Ora testa a Udine per continuare la rimonta. In questo campionato pazzo e equilibrato, anche la Lazio vuole dire la sua.