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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Simone parte col piede giusto, ma ora viene il difficile
Chi ben comincia…..! Buona la prima per Simone. Non era facile rialzare il morale di una squadra reduce da un derby perso 1-4, ma Inzaghi raccoglie bene i cocci, li ricompone e mette su una squadra solida ed aggressiva, proprio come lui. 0-3 a domicilio e partita chiusa dopo un quarto d’ora. Lazio spietata e dopo tanto tempo, unita verso un obiettivo comune, la vittoria. Si rivedono gol, bel gioco e la porta resta inviolata, tre cose che in questa stagione erano sempre mancate.
FASE DIFENSIVA – Uno dei limiti più grandi della gestione Pioli, è stato quello di non riuscire a risolvere determinati problemi, come la fragilità del reparto arretrato, l’immobilismo sulle palle inattive e la poca concretezza degli attaccanti. La nuova gestione tecnica non ha la bacchetta magica, ne tantomeno è in grado di fare miracoli, ma essendo a conoscenza di certe lacune, non espone la difesa ad un fuorigioco alto, vero e proprio marchio di fabbrica della passata guida tecnica. Bisevac e Gentiletti non sono due fulmini di guerra in velocità e l’attaccante da marcare (Gilardino) aiuta molto in questo caso. L’argentino è stato riproposto da Inzaghi dopo 4 mesi di stop per le sue ottime doti tecniche; da lui pretende l’impostazione della manovra già nei primi metri. Biglia molto spesso viene ingabbiato e quindi il compito di impostare spetta al “Chueco”. In qualche occasione anche il centrale serbo ha preso in mano il controllo della regia, cavandosela molto bene. Nonostante la buona prova di ieri, con il rientro di Hoedt uno dei due potrebbe farne le spese. Sicuramente i problemi ci sono e non svaniscono con uno 0-3 sul Palermo, ma l’impressione è che si sta lavorando per eliminarli.
EUROPA SEI COSÌ VICINA – Con il successo di ieri, il Milan sesto in classifica adesso è distante soltanto 4 punti. In mezzo c’è però il Sassuolo che occupa la settima piazza, ad una sola lunghezza dai rossoneri. Crederci, considerando i disastri compiuti in questa stagione, deve essere un obbligo, pur essendo un obiettivo difficile da raggiungere a sei giornate dalla fine. I biancocelesti devono ancora affrontare Juventus, Inter e Fiorentina, quest’ultima in evidente calo e attesa l’ultima giornata all’Olimpico. Il calendario non aiuta, ma in questo campionato si sono viste rimonte ben più complicate, vedi Juve e Roma. Simone di Europa se ne intende: si è fatto conoscere al Mondo per essere stato il primo a segnare 4 gol in una partita di Champions League. Ora dopo aver stupito da calciatore, vuole farlo anche su una panchina, rigorosamente su quella della sua Lazio.
PERSONALITÁ DA VENDERE – Simeone, Mancini, Almeyda, Mihajlovic, Conceicao, Nesta, Inzaghi. Non è un caso che molti artefici dello scudetto del 2000, adesso ricoprano più che bene il tanto difficile ruolo dell’allenatore. Quando si respira l’aria di uno spogliatoio pieno zeppo di campioni, o si ha tanta personalità o la si acquista, non esistono altri modi per farne parte; e in quello di spogliatoio, di personalità ce n’era da vendere. Aggressività, spirito di sacrificio e mentalità vincente. Queste tre caratteristiche aveva la squadra di Eriksson, caratteristiche che Inzaghi dovrà trasmettere ai suoi ragazzi.
Simone può e deve farlo. In queste sei partite si gioca tanto. La prima chanche importante della sua carriera è arrivata e non vuole farsela sfuggire. Sette trofei da calciatore e tre da allenatore, palmares di tutto rispetto, soprattutto perché su tutti quei successi c’è l’aquila della Lazio. Simone ha tanta fame e voglia di stupire. Ora essere solo il fratello più piccolo di Pippo non gli basta più.