2015
L’aquila vola in alto: l’umiltà è il segreto della Lazio di Pioli
Tre punti in più rispetto al girone d’andata, questo è il bottino raccolto dalla Lazio dopo il giro di boa di metà stagione. La differenza con la squadra dei primi mesi è però sostanziale: Stefano Pioli è riuscito finalmente a trovare la quadratura del reparto difensivo, de Vrji ne è il leader indiscusso. Il centrale olandese non sbaglia un intervento, bravo ad annullare i movimenti in profondità dei veloci centrocampisti e ottimo negli anticipi (86 totali, migliore difensore del campionato) sui più pesanti arieti. Si può considerare il classico ‘libero’, ruolo tipico degli anni ’80, quasi svincolato da una precisa zona di campo, a differenza di Mauricio, Cana o Novaretti che marcano a uomo l’avversario diretto e sono costretti a collezionare cartellini. Anche i numeri ne confermano il buon rendimento, 27 gol subiti in 26 incontri significano terza miglior difesa della serie A. Come sottolinea il tecnico biancoceleste, la stabilità della retroguardia è merito del lavoro di tutta la squadra in generale. La fase difensiva parte dagli attaccanti, Klose è l’emblema del pressing, e prosegue con i centrocampisti, Biglia e Parolo sono tra i giocatori del calcio nostrano che eseguono maggiori contrasti e commettono più falli. Segno di cattiveria agonistica, mentalità offensiva, voglia di recuperare velocemente la sfera per provare a colpire.
Determinazione e umiltà – Come recita l’inno del grande Aldo Donati, “Semo n’impasto de forza e volontà, co tanto core come nessuno c’ha”. E meglio questa squadra proprio non può essere descritta! Al termine della gara contro la Fiorentina, valsa la quarta vittoria consecutiva (se non consideriamo il pareggio in Coppa Italia col Napoli), Danilo Cataldi, la nuova bandiera della sponda bella del Tevere, ha affermato: “Fare una corsa in più per aiutare il compagno produce i suoi frutti”. Si, perchè la Lazio adesso vola in alto, anzi altissimo, e non c’è tempo per guardare in basso e soffrire di vertigini. Il prossimo avversario si chiama Torino, che giovedì sarà impegnato nella sfida di Europa League in Russia contro lo Zenit. Leggero vantaggio quindi per i capitolini, che non devono tuttavia cullarsi sugli allori. La squadra di mister Ventura è totalmente diversa da quella affrontata nelle due occasioni precedenti, adesso fa del giro palla la caratteristica migliore, Napoli e Fiorentina ne sono illustri vittime. Mancano ormai 12 partite al termine della stagione, saranno 12 finali, ma l’aquila adesso ha gli artigli più affilati che mai e non teme nessuno.
Rocco Fabio Musolino