2014

L’umiltà di Klose: “Non male il record, ma conta solo la Germania!”

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Record su record, Miroslav Klose non si vuole fermare. L’attaccante biancoceleste ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale della Federazione tedesca. Di seguito le sue parole riportate da lalaziosiamonoi.it.

Hai eguagliato il record di Ronaldo: quanto conta per te aver centrato questo traguardo?
Chi mi conosce sa che il mio primo obiettivo degli ultimi mesi era disputare la mia quarta Coppa del Mondo. Ho alle spalle un anno complicato, in cui ho affrontato parecchie difficoltà. Aver raggiunto questo obiettivo è una grande conferma per me. Il fatto di aver eguagliato anche questo record, naturalmente, è una soddisfazione in più. Venti partite, 15 gol: non male. Più dei miei obiettivi personali, per me conta la squadra. Se posso aiutare i miei compagni, ci sono sempre.

Questo record ti rende già soddisfatto?
Assolutamente no. Il mio obiettivo è di essere lì in testa da solo. Non ho ancora completato l’opera, mentirei se dicessi il contrario. Sono un attaccante, per questo voglio sempre segnare. E naturalmente cercherò di mantenere questo record il più a lungo possibile. So quanti attaccanti talentuosi ci sono in giro, ma so anche quanto sia difficile raggiungere questi obiettivi, proprio per il livello che caratterizza i Mondiali.

Che traguardo vuoi fissare al termine dei Mondiali: 16, 17, magari 18 gol?
Prima di una competizione così importante, un attaccante si ferma un attimo e pensa a quali obiettivi poter raggiungere. Prima del Mondiale mi sono ripromesso di segnare almeno tre reti. Se poi dovessero essere di più, non mi dispiacerebbe!

Chi potrebbe insidiare il tuo record è Thomas Müller…
Assolutamente sì. Vedo Thomas ogni giorno e mi rendo conto delle qualità che ha. Senza ombra di dubbio ha tutto quello che serve per segnare altri gol. Ha la fortuna di essere sempre in forma in questi tornei. È davvero un grande attaccante.

Raccontaci il tuo gol contro il Ghana…
Ero appostato lì per sfruttare l’angolo. Prima ho pensato di andare di testa, ma poi qualcosa mi ha detto di muovermi e andare sul secondo palo. Questo istinto mi ha portato fortuna, perché poi in quella zona è arrivato il pallone. Devi avere il fiuto per capire dove potrà arrivare il cross. Ho intuito dove posizionarmi e non sono andato oltre la linea dei difensori.

A cosa hai pensato quando sei entrato in campo?
A nulla. Ero ottimista, perché sapevo che avremmo ottenuto in un modo o nell’altro quel gol. Abbiamo avuto la nostra possibilità e l’abbiamo colta.

Avevi già deciso di festeggiare con la capriola?
No, tutto è stato spontaneo. Non so cosa mi abbia spinto a farla. Avete anche potuto vedere quanto fossi del tutto fuori allenamento…(ride, ndr).

Puoi spiegare perché spesso gli attaccanti fanno meglio in Nazionale che nelle squadre di appartenenza?
Faccio parte di una squadra, quindi se gioco bene è merito dei miei compagni. Molti obiettivi li ho raggiunti solo perché avevo una buona compagine alle spalle. È tutto determinante, non basta solo il fiuto del gol. Per un attaccante è fondamentale la qualità dei giocatori che ti sono vicino.In Nazionale di qualità ce n’è tanta.

In questa Coppa del Mondo si sono visti già tanti gol. È il torneo degli attaccanti?
Sì, credo si possa definire così. Abbiamo già visto tante segnature, forse perché le temperature sono veramente proibitive, si spendono molte energie. Per un difensore diventa estremamente difficile marcare un attaccante che entra al 60′ o al 70′, che ha ancora tante energie.

Come valuti il torneo della Germania ad oggi? Disillusione dopo l’euforia? Oppure quattro punti dopo due partite è un bottino abbastanza soddisfacente?
Il nostro obiettivo è sempre quello di ottenere tre punti e vincere il girone. Affrontiamo ogni partita con questa ambizione, ma è ovvio che non possiamo vincere ogni partita 4-0.

Nel 2010 avevi affermato che quello sarebbe stato il suo ultimo Mondiale. A quanto pare ti sei sbagliato. Sei proprio sicuro che questa sarà la tua ultima Coppa del Mondo?
Sono sicuro (ride, ndr). Questa volta lo sono davvero. Nel 2010 ero sincero, non avrei mai pensato di arrivare in Brasile quattro anni più tardi. Ma nel calcio gli anni passano in fretta, quando al termine della stagione c’è un Europeo e o un Mondiale, subentrano motivazioni extra. È stato così per questi Mondiali, ma nel 2018 non ci sarò, è impossibile.

Lascerai il Brasile con malinconia, qui muoverai i tuoi ultimi passi sul grande palcoscenico…
Adesso vogliamo vincere contro gli Stati Uniti, poi inizierà la fase a eliminazione diretta. In queste partite tutto può succedere. Cercherò di godermi ogni secondo, e se andrà bene, avrò altre opportunità. Non siamo ancora alla fine, il Mondiale è appena iniziato.

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