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2013

La consacrazione di Biglia: “Ecco come sono cresciuto”

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Lucas Biglia è sempre più vicino alla Lazio, come vi abbiamo riportato ieri in esclusiva. Stamane il Corriere dello Sport gli ha dedicato ampio spazio per farne conoscere l’exploit e la crescita professionale attraverso le sue stesse parole:

DEBUTTO – «A 17 anni nell’Argentinos, la squadra era in B. Fummo promossi, ma giocai poche partite. Andai in prestito all’Independiente, rimasi un anno e mezzo. A 20 anni scelsi l’Anderlecht».

ARGENTINOS JUNIORS –  «Grazie a Dio mi sono formato nell’Argentinos Juniors, in una scuola mirata, utile ai centrocampisti centrali. Lì insegnavano a distribuire il gioco, a far scorrere la palla, è il mio calcio. A quel tempo segnavo molto su rigore o su punizione, anche tirando da lontano. Nel corso degli anni ho un po’ perso questa caratteristica. Mi piace recuperare la palla e distribuirla, al gol arrivo in modo diverso, dialogando con i compagni, attraverso scambi e inserimenti».

INDEPENDIENTE – «Menotti, Santoro e Falcioni? Ricordo anche Tocalli e Pekerman. Menotti è stato un grande, devo dirgli grazie se gioco a calcio a certi livelli. Devo molto anche a Falcioni, un giorno all’Independiente si mise davanti a me, mi prese la mano, mi disse che la maglia 5 era mia, che il posto da titolare dipendeva da me, non dai giocatori che sarebbero arrivati».

FAMIGLIA  – «Quando iniziai nell’Argentinos Juniors i miei coprivano le spese facendo sacrifici. Mio padre non ha mai smesso di consigliarmi di studiare».

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