2014

La contestazione dell’Olimpico nel #LiberalaLazio day – FOTO

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Sul campo vince la Lazio, sugli spalti è ancora sfida aperta. Lotito contro tutti, tutti contro Lotito. Il presidente accetta la sfida: non boicotta lo stadio e siede al solito posto, accolto da una miriade di fischi. Il colpo d’occhio di un Olimpico gremito da più di quarantamila spettatori è all’insegna del bianco dei cartelloni che recitano “Libera la Lazio”, l’ormai celebre slogan della protesta di un 23 febbraio che rimarrà nella storia della Lazio. O forse del calcio, dato che una lamentela così compatta e univoca verso un presidente non si è mai registrata in passato. L’assoluta maggioranza, etichetta sotto la quale si presentava la Nord, raccoltasi nei pressi di Ponte della Musica, ha compattato il corteo nel tardo pomeriggio e raggiunto lo stadio senza disordini né violenze, pronta a manifestare sotto gli occhi del patron il proprio pieno e irrefrenabile dissenso. Non solo Curve e Distinti, ma anche Tevere e Monte Mario, contornate da striscioni, hanno unito la propria voce a quella della protesta. Nel mirino, oltre a Lotito, anche il direttore sportivo Igli Tare e qualche giocatore. Risuona l’Inno laziale e, in una Nord stracolma, sventola una bandiera con il volto di Cragnotti cui Lotito, secondo uno striscione esposto più tardi, potrebbe “spicciare casa”. Al malcontento per il patron di oggi si unisce, forte, la nostalgia per quello di ieri, meritevole di aver portato la Lazio sul tetto d’Europa e rimpianto più che mai. Particolarmente movimentata anche la Tribuna Tevere, su cui campeggiano striscioni quali “Lotito vattene a Salerno” e “Te ne devi andare”. Non ultimo il caldo invito ai tifosi della Monte Mario a cacciarlo, nonché alle autorità indiane di prenderlo e in cambio riconsegnare i marò alla madrepatria. All’intervallo si scatena la Monte Mario a tal punto da costringere gli steward a scortare Lotito fuori dalla tribuna, mentre la Nord lo spinge caldamente ad andarsene in tutte le lingue del mondo. La sorte, in una serata di per sé difficile, non è benevola al patron laziale, che vede Sergio Floccari, ceduto durante il mercato di gennaio, segnare il più classico dei gol proprio alla sua ex squadra. Si ravviva la protesta del popolo biancoceleste che urla rabbioso il classico “Lotito guarda che hai fatto”. Neppure l’assist di Gonzalez per Klose, che vale il 2-1, placa gli animi della rivolta. Oggi, evidentemente, ai tifosi il risultato interessava meno del solito. Era la giornata del dissenso, la giornata che avrebbe dovuto spingere Lotito ad andarsene, la giornata dell’assoluta maggioranza. Al triplice fischio l’uscita del patron è accompagnata da un “fuori, fuori” urlato a pieni polmoni ma che, stando alle dichiarazioni post-partita, non troverà riscontro nel concreto: il presidente non è disposto a cedere di un millimetro davanti a quella che, anche oggi, nonostante tutto, egli definisce una sparuta minoranza. Manovrata, eterodiretta, orchestrata. (Alessandra Esperide)

 

Tutti gli scatti più belli dei tifosi biancocelesti nel giorno di #LiberalaLazio la mega contestazioni nei confronti di Claudio Lotito per invitarlo a cedere la società.

Dai nostri inviati, Federica Foschi e Benedetta Orefice 

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