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Lazio, la denuncia di Veronica: «A Ferrara trattati come bestie»

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La lettera di Veronica, una tifosa presente a Spal-Lazio, che denuncia il trattamento subito a Ferrara per mano della Questura

Una trasferta da dimenticare. E non solo per il risultato sul campo. Spal-Lazio si è trasformata in un incubo anche per i tifosi, a denunciare il trattamento subito è Veronica che – in una lettera – ha spiegato la situazione. Di seguito:

«Buongiorno ufficio Marketing, faccio riferimento a Lei non avendo contatti più diretti con la Società.
Vorrei e le parlo con il cuore in mano, leggiate queste mie parole che non avrei mai voluto scrivere, fatto sta che ho preso la notte e qualche ora in più della mattina, prima di raccontarle questa email, ma purtroppo quanto accaduto ieri nella giornata di Spal-Lazio a Ferrara non fa calmare gli animi, perché reputo sia una situazione gravissima, che credo superi e vada veramente ben oltre i limite del rispetto nei nostri e vostri confronti.
Puntualizzo nel dirle che non è un attacco quello che sto per dire, ma uno sfogo che spero vada incontro a provvedimenti visto che è stata una situazione toccante.
Vorrei sapere quanto voi possiate essere al corrente di tutto questo, perché alla fine attacca me in veste di tifoso e lei per quanto riguarda il marketing, la biglietteria, le iniziative e quant’altro.
Parlo del mondo Lazio a 360 gradi, perché ieri ha toccato quello sotto ogni aspetto.
Come le dicevo non ci sono parole, aggettivi che descrivano la giornata trascorsa ieri a Ferrara, di quella che sarebbe dovuta essere una semplice trasferta tra amici, tra risate, passione e un amore che ci accomuna, la LAZIO.
Si sente dire dai piani alti, che noi tifosi siamo freddi, che non c’è tifo, si sente dire “che non ci siamo” e che non si sostiene la squadra come si dovrebbe…
Ma la domanda qui sorge spontanea: “Voi sapete quello che cè dietro a tutto questo?”
Quello che succede dall’acquisto di un biglietto al rientro a casa da una partita?
Sapete che c’è sempre un problema di terminali, che le persone si prendono ore di permessi per fare un biglietto, che si rischia di buttare soldi del treno perché scade il tempo di permesso o perché non viene fatta una prelazione a quegli abbonati e non che come ieri si sono ritrovati in situazioni scomode con il Questore e la sua collega che ha seguito la trasferta.
E grazie al ca**o che il tifo comincia a dare picche, perché “ca**o” una parola fuori posto concedetemela visto che ieri sono stata vittima di un abuso e di un sequestro di persona (ed è una cosa bruttissima da dire). Ho sborsato quasi 200 euro per sostenere la squadra, ho digiunato “per obbligo”, non ho bevuto “per obbligo”, non sono potuta andare al bagno “sempre per obbligo della questura”, perché sono stata portata con l’inganno e a orario ancora lontano dall’apertura dei cancelli dentro allo stadio. Allo scendere dalla stazione di Ferrara, con circa un’altra ventina di persone, siamo stati trasportati anziché nei dintorni, come ci era stato comunicato e tra l’altro senza neanche controllarci un biglietto e per di più con dei bambini».

SITUAZIONE – «Premettendo tra l’altro che non c’era stata data comunicazione di ciò, ovvero essere scortati con tanto di camionetta e Questore in persona come si definiva e vivere una situazione da film.
Ebbene sì è proprio così, e se non volete crederci logicamente siete liberi di non farlo, ma visto che arrivati nei dintorni dello stadio ovvero dentro all’area ospiti, un cancello si è chiuso dietro di noi e da lì non ci hanno dato più modo di uscire, mi sono permessa di scattare qualche foto e cominciare a registrare perché credetemi quanto accaduto non è stato bello per niente.
Se mi date l’ok vi farei ascoltare qualche registrazione solo per farvi capire che una giornata di piacere si è trasformata in un incubo, perché è inammissibile che mi vengano chiuse le porte e ancora più inammissibile essere trattati come bestie obbligandoci a non uscire con l’inganno.
Siamo tifosi, eravamo persone normalissime, avevamo bambini, ci siamo privati di altro visto che il costo delle trasferte si fa sempre più altro, ma volevamo esserci comunque e per cosa? Perché il Questore ci prendesse in giro e ci trattasse come bestie, visto che a fine partita ha avuto il coraggio di riaccompagnarci e dire “siete riusciti a mangiare” è da denuncia è inammissibile tutto questo. Tornare a casa esasperati, distrutti per quanto accaduto, non bastava la partita andata in malo modo no.
Mi dispiace essermi dilungata così tanto ma non la mando giù!
Una giornata di piacere trasformata in un incubo, una cosa del genere in trasferta non si era mai vista. Queste sono le cose che creano tensione e fanno succedere cose, perché anch’io ieri ad un certo punto sono uscita di me.
Come potete pretendere così di sostenervi?
Non sono modi questi purtroppo, ci hanno trattato come bestie aspettandoci alla stazione di Ferrara. Hanno creato tensioni quando bastava usare i giusti modi premettendo che la trasferta tra l’altro non prevedeva l’utilizzo della così detta “tessera del tifoso”.
Questo è quanto caro ufficio Marketing, non pretendo risposte a tal proposito, perché io non sono nessuna, ma le chiedo almeno una conferma di recapito email. Sarebbe già rincuorante.
Un cordiale saluto
Veronica».

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