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2013

La Lazio e la Petko-confusione: facciamo mente locale

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Siamo in confusione. Tutti. A partire da me. Difficile iniziare. Difficile perché i problemi sono tanti. Difficile perché c’è confusione. Tantissima confusione. A partire da quella di Petkovic. Non c’è un modulo base, non c’è gioco. Non c’è cattiveria, la stessa voglia di vincere mostrata all’inizio della scorsa stagione. È chiaro ormai che si è passati alla linea verde. Risultato: anno di transizione? Sembra quasi che i destini delle due squadre di Roma si siano invertiti, con i dirimpettai giallorossi beatamente in testa a punteggio pieno e la Lazio in una posizione di classifica totalmente anonima con mille dubbi e pochissime certezze. Ma andiamo con ordine.

I limiti e l’ombra del 26 maggio – Troppi limiti per questa Lazio. Limiti tecnici, difensivi, di attenzione, di grinta, di voglia. Detto così sembra un disastro. Però è doveroso sottolinearlo, perché il campionato prosegue e di certo non aspetta noi. Incredibile come questa squadra subisca così tanti gol. In questo caso le attenuanti non mancano perché è pur vero che, di fatto, mancano 3/4 della difesa-base: Konko, Radu e Biava. Gli errori però ci sono sempre stati e li fecero anche i cosiddetti ‘titolari’ in Supercoppa. Errori di attenzione, di posizione, errori di concetto. Ci sono poi quei limiti di voglia, grinta, la voglia di vincere è scomparsa. Leggevo: “sicuri che la Coppa Italia sia stato un bene per la Lazio e un male per la Roma?”. A giudicare dall’inizio della stagione, la risposta appare scontata. Mancano però un’infinità di partite, di battaglie. La coppa resta è vero, ma rilassarsi e avere questo atteggiamento di appagamento potrebbe tramutarsi in un vero e proprio suicidio calcistico.

Petko-confusione – Siamo all’ottava giornata e con 11 partite ufficiali disputate e ci risulta difficile elencare la formazione titolare. Ci sono, al momento, solo tre uomini considerati fondamentali: Marchetti, Candreva e Lulic. Lo stesso Klose è insidiato da un grande Perea (non che sia un male, anzi). Però avere una formazione base è importante. A partire dal modulo. Si partì in Supercoppa col 4-2-3-1, passando poi per il 4-4-1-1. Dopo la sosta si tornò al 4-1-4-1, nelle ultime tre gare il passaggio (definitivo?) al 4-3-3. Dentro i giovani. Dentro Cavanda, Onazi, Felipe Anderson e Perea e fuori gente come Konko (seppur infortunato), Gonzalez, Ederson e Klose. Da segnalare poi ormai l’assoluto ruolo da protagonista di Lucas Biglia, con Ledesma ormai relegato in pianta stabile in panchina. Scelte più o meno condivisibili, che al momento non portano ai risultati sperati. La sensazione è che manchi sempre qualcosa. Qualcosa più di qualcuno. Perché al momento non sarebbe stato Yilmaz a fare la differenza. La voglia di vincere manca prima di tutto. Il tempo passa, le altre corrono. Il 26 maggio fa parte del passato. Ma per fortuna il futuro è tutto da scrivere. Corri Lazio, sei ancora in tempo.

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