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2015

La Lazio e la proprietà commutativa di Pioli

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Cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia. Un concetto elementare, la proprietà commutativa tanto cara a Stefano Pioli e alla sua Lazio, seconda in classifica dopo la larga vittoria contro l’Empoli. Una rosa valida, con almeno due giocatori per ruolo, costruita sottotraccia, in silenzio, senza proclami, da Lotito e Tare, una macchina che viaggia senza intoppi e che ormai non stupisce più, chi ha imparato a conoscerla, in questo 2015. Il miglior attacco, con 58 gol, una difesa che, ultimamente, è sempre più registrata, un centrocampo che funziona a meraviglia. Il tutto, indipendentemente dagli interpreti che scendono in campo. La forza della Lazio si esplica in moltissimi fattori, ma un episodio, più di ogni altro, è indicativo per far comprendere la forza del suo gruppo: 24 Gennaio, il giorno di Lazio-Milan, 3-1, Filip Djordjevic ha una palla d’oro che chiede solo di essere spinta in rete. E’ il bomber di riferimento dei biancocelesti al momento, la manca e si procura una frattura al malleolo. Parolo, un attimo dopo, spinge la palla in rete. E’ una serata di festa ma lo stop del bomber, fino a quel momento 7 reti, rischia di rovinare i piani. Stefano Pioli manifesta davanti ai microfoni il suo dispiacere ma rinnova la sua fiducia a Klose. C’è chi dice che il tedesco non potrà giocarle tutte, addirittura viene richiamato Perea alla base, Keita è ancora acerbo. Tutte chiacchiere e, a distanza di mesi, sappiamo come è andata, col tedesco che segna a ripetizione e col serbo che, proprio in questi giorni, si appresta a rientrare. Tanto lavoro, sudore, nessun alibi e posto non assegnato a prescindere, è questa la ricetta dell’allenatore. Lo dimostrano le undici presenze del giovane centrocampista Cataldi, le quattro del gigante Novaretti e le occasioni a ripetizione date a Braafhied, terzino sinistro olandese di 32 anni. Nomi poco conosciuti, arrivati in sordina, ma molto utili alla causa biancoceleste. La Lazio è anche in finale di Coppa Italia con la Juve e proprio con i bianconeri giocherà la prossima partita in campionato. Dovrà fare a meno di De Vrij e Parolo ma l’ambiente non si scompone, come non lo ha fatto di fronte agli altri infortunati in stagione. Fare nomi in un gruppo che funziona alla perfezione non è facile anche perché, ogni giornata, spunta fuori una nuova storia, come quella di Luis Pedro Cavanda, due assist al bacio contro l’Empoli e tanta corsa sulla fascia destra. Sul terzetto Candreva-Felipe Anderson e Mauri si potrebbero scrivere fiumi di parole. La garanzia, la grande scoperta e il leader dentro e fuori dal campo stanno regalando punti e sogni a questa Lazio. Di Lucas Biglia, padrone del centrocampo, si parla invece poco: qualità e quantità. Senad Lulic, al pari di Mauri, è uno degli emblemi della formula Lazio: rientrare da un lungo stop e far sembrare tutto facile, il gol contro il Napoli che regala la finale come l’ennesima prova che la proprietà commutativa funziona ancora. Un puzzle che non finisce mai, pieno di tessere, che corrispondono alle tante storie che, ogni giornata, la squadra biancoceleste regala al nostro campionato. E di pagine, da scrivere, ce ne sono ancora…

gianlucadimarzio.com

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