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‘La Lazio nelle scuole’, Parolo: “I tifosi biancocelesti sono speciali”. Djordjevic: “Vivo il derby come fossi romano”

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AGGIORNAMENTO ORE 11:13 – Termina qui la mattinata nelle scuole dei calciatori biancocelesti. Adesso i bambini sono a caccia di autografi e fotoricordo con i loro beniamini.

AGGIORNEMENTO ORE 11.05 – Si passa poi a parlare di un tema attuale come gli espisodi di violenza. Parolo risponde: “A me è capitato quest’anno giocavamo in Belgio con l’Italia. Finita la partita nello spogliatoio si parlava solo di quello che era successo in Francia. Il calcio è gioia, bisogna avere rispetto e sperare che certe cose non accadano più“. Un momento critico, per la Lazio. ma se ne esce solo con la forza del gruppo per il centrocampista: “Si cerca di essere compatti e di non ascoltare ciò che ci viene detto contro altrimenti si impazzisce. Non si può sempre essere al 100%, ma si può risalire con la voglia e la passione“. Altro tema molto ricorrente è il razzismo. Quì la parola passa a Djordjevic: “Non mi è mai capitato, ho giocato in Francia e in Italia, ma mai successo. Come ci sente da stranieri nel derby romano? Sono straniero, ma lo sento come tutti gli altri. Sappiamo che è uno dei tre più grandi derby del mondo, che è la partita più importante della stagione. Siamo sempre concentrati, è bello giocare partite del genere“. A che età arriva il momento di smettere? Ne parla Parolo: “A quarant’anni si smette, a volte anche prima. Si fa fatica a stare dietro ai giovani che hanno più energia. Uno cerca di mantenersi in forma, ma un certo punto il fisico dice “basta”. Ma i giovani devono fare bene, altrimenti i vecchietti continuano a giocare“.
Nel mondo del calcio si pensa spesso anche a chi è meno fortunato: “Penso sia giusto fare beneficienza, lo facciamo come squadra ma anche personalmente. Ognuno di noi fa donazioni e aiuta gente che ha meno possibilità di noi“. Infine, c’è una domanda anche per l’aquila Olympia! A rispondere è il falconiere dell’aquila biancoceleste, Juan: “Perché non scappa? Vive a Formello, ha tanto spazio. Non scappa perché la riconosce come casa, all’olimpico è veramente difficile per le luci, le bandiere e le telecamere. Ma abbiamo lavorato per questo. Dopo 5 anni Olympia è diventata bravissima“.

 

AGGIORNAMENTO ORE 10:53 – Non sono finite qui le domande. I tanti bambini sommergono di domande i calciatori biancocelesti. Il microfono torna tra le mani di Djordjevic che svela le emozioni del suo primo gol: “La sensazione più bella è quando si fa un gol. Il primo l’ho fatto tanti anni fa, è qualcosa di incredibile“. Poi tocca nuovamente a Parolo, che svela il suo idolo sportivo: “Gerrard, sempre stato lui. Ho avuto la fortuna di giocarci contro, è stato incredibile. Bisogna prendere ciò che hanno di positivo e farne tesoro“. Sul gioco di squadra: “Aiuta tantissimo, tutti rendono meglio quando si aiutano l’uno con l’altro. Per stare insieme agli altri non bisogna essere egoisti. Accettare i difetti. Se uno è più lento devi correre anche per lui. Non tenere conto dei difetti ma stimarsi l’uno con l’altro. Si deve parlare con i compagni e confrontarsi per capire come crescere“.
Sport preferito oltre il calcio? Di nuovo Djordjevic: “Noi due seguiamo il basket, l’Nba ci piace tantissimo. La mia passione per il calcio? Nasce da sempre, da quando ero piccolo. Giocavo tutti i giorni a football manager, conoscevo veramente tutti i calciatori“. Calcio e vita privata, due cose che Marco Parolo riesce a tenere ben distanti: “Sono sempre stato me stesso, ho separato sempre la vita privata dal calcio”.

AGGIORNAMENTO ORE 10:40 – Sono presenti nell istituto Antonio de Curtis: Filip Djordjevic e Marco Parolo, come sempre accompagnati da Maurizio Manzini e dall’aquila Olympia.
Il primo a prendere il microfono è il Team Manager Manzini:”Vi porto i saluti della società e vi ringraziamo. Usciamo sempre arricchiti da questi incontri. Vogliamo invitarvi a una delle nostre partite allo stadio Olimpico“. Subito dopo arriva un quesito per Filip Djordjevic: “Se serve collaborare con la squadra? Certo, solo tutti uniti si vince. Un giocatore non può far nulla da solo.Tanti sacrifici? Sì, si è sempre lontani dalle proprie famiglie. Ma ci sono tante cose belle nel calcio“.
E’ il turno poi di Marco Parolo, che spiega l’importanza dell’alimentazione nello sport: “È importante, soprattutto più in là con gli anni. Quando sei giovane ti puoi permettere qualche dolce perché si ha un metabolismo diverso. Ma quando si è “vecchi” non si può esagerare. Altrimenti ci sono pure le multe da pagare (ride, ndr). Il percorso per diventare calciatori? Il mio è stato più lungo, sono arrivato in Serie A a 25, ho sempre avuto questo obiettivo, e ho dato sempre me stesso. Mi sono sempre divertito, questo è il segreto. Se è un peso non si va da nessuna parte“.

Il centrocampista continua parlando del pubblico laziale: “Percepisci fin da subito dalla passione della gente, anche nelle amichevoli pre campionato, quando vengono in 4/5 mila persone che sono disposte a tutto pur di fare una foto con il giocatore. Prima di venire alla Lazio avevo visto dei video, ad esempio quelli dell’evento Di Padre in Figlio, in cui c’era un Olimpico pieno di gente. Questo amore si percepisce, poi spetta a noi giocatori riuscire a trascinare di più la gente, a volte ci riusciamo altre no. Ma la voglia si percepisce dalle persone anche quando andiamo in trasferta che applaude tanto“.
Manzini poi sull’aquila: “Una squadra deve sempre puntare alle vette. L’aquila rappresenta tutto questo, è un animale che tende ad andare in alto verso Picchi difficili da raggiungere“.

Oggi si rinnova l’appuntamento con i giocatori biancocelesti presso la scuola Antonio De Curtis in Viale San Giovanni Bosco 125, Roma. “Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa consiste in un vero e proprio “tour biancoceleste” all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia e vedrà il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra, di Olympia, simbolo della società biancoceleste.

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