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2013

La nuova Lazio ha un mese per arrivare alla sufficienza

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Cinque personaggi in cerca d’autore. Sono gli acquisti della Lazio, arrivati la scorsa estate tra grandi attese e grandi speranze e ancora fermi al palo. Come scrive l’edizione romama de La Gazzetta dello sport, se la stagione finisse oggi sarebbero da etichettare come altrettanti flop, ma per fortuna loro e della Lazio la stagione è ancora lunga, anche se ne è già andato un terzo di campionato. Tra un mese, al prossimo pit stop stagionale (la sosta di Natale), sarà possibile tracciare un bilancio più attendibile e, soprattutto, sarà possibile trarre le prime conseguenze. Con possibili ripercussioni sul mercato di gennaio. Perché la società potrebbe decidere di assicurarsi nuove risorse laddove quelle acquisite in estate dovessero continuare a rivelarsi inadeguate.

Media insufficiente Fino ad ora lo sono state senza ombra di dubbio. Con una eccezione: Berisha. Che nell’unica occasione in cui è stato impiegato (il match di Europa League con l’Apollon Limassol) ha dimostrato di poter essere un buon investimento. Cosa che, almeno per il momento, non si può dire degli altri. Per Vinicius il giudizio va sospeso, visto che non è mai stato impiegato. In realtà, però, il suo mancato utilizzo è comunque una bocciatura. Petkovic non lo ha fatto giocare perché non lo ritiene ancora pronto, a livello tattico, per il calcio italiano. Hanno invece giocato, senza però mai convincere fino in fondo, i vari Biglia, Anderson, Novaretti e Perea. Eloquenti, in senso negativo, le rispettive medie voto. Biglia è quello che ce l’ha più alta (5,79), comunque inferiore alla sufficienza. Subito dopo c’è Perea con una media di 5,67, quindi Novaretti con 5,50, all’ultimo posto Anderson con 5,38. Certo, i numeri non dicono tutto, vanno interpretati. Biglia, per esempio, aveva cominciato male, ma poi ha saputo riprendersi. E’ ancora lontano da un rendimento di qualità e continuità, ma ha dato segnali di risveglio. Anche su Perea si può essere indulgenti. E’ vero, avrebbe potuto fare di più, ma ha come attenuante l’inesperienza che gli deriva dalla giovane età. Aveva cominciato bene, segnato pure un gol (a Bergamo con l’Atalanta), poi si è un po’ perso per strada.

Mese decisivo Poche invece le attenuanti per Novaretti e Anderson. Il centrale argentino ha quasi sempre deluso, incappando spesso in errori decisivi. I mezzi fisici non gli mancano, l’adattamento al calcio europeo si è però rivelato molto più duro del previsto. Anderson doveva essere il crac, l’acquisto in grado di spostare gli equilibri, ma finora le sue qualità si sono solo intuite. La lunga rieducazione dall’infortunio avrà sicuramente influito sullo scarso rendimento avuto finora. Ma qualcosa di più Anderson doveva fare. Per lui come per gli altri il prossimo mese sarà decisivo. Da domenica in poi la Lazio è attesa da un nuovo ciclo di ferro: sette partite in trenta giorni (cinque di campionato e due di Europa League). Un’occasione ghiotta e forse irripetibile per dimostrare di essere da Lazio.

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