2014

La nuova vita di Alfaro: “Sono tornato in Uruguay per giocare! Spero in una seconda occasione nella Lazio, ma c’è molta concorrenza”

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Liverpool Montevideo, Lazio, Al-Wasl, Lazio, Liverpool Montevideo. Ne ha macinati di chilometri in questi ultimi anni, Emiliano Alfaro. Dopo una grande annata in Uruguay, nell’inverno del 2012 arriva la chiamata ‘della vita’, dall’Italia: Tare porta a Roma ‘El Pìcaro’ per 3,5 milioni di euro. Qualche spezzone nei sei mesi di Serie A con Reja, niente di più. Arriva Petkovic, Alfaro viene spedito in Arabia: 24 presenze e 17 reti il bottino che tuttavia non convince l’Al-Wasl ad esercitare il diritto di riscatto. L’uruguaiano torna dunque a Formello e lì vi resterà per una stagione intera, senza vedere mai il campo tra infortuni e scelte tecniche. Nel frattempo Fabio Firmani inizia a curare gli interessi del giocatore e negli ultimi giorni dell’ultimo mercato lo riesce a ‘piazzare’ nel Liverpool Montevideo. È un ritorno, ma solo in prestito. ‘El Pìcaro’ è tornato a parlare, di passato, presente e futuro, al portale Vavel.com. Di seguito l’intervista completa.

Cosa ti ha portato a tornare al Liverpool Montevideo? “Sapevo che alla Lazio non avrei giocato, avevo bisogno di un club dove potessero contare su di me. Venivo da un infortunio al ginocchio che mi ha tenuto lontano dai campi per parecchio tempo, restare a Roma avrebbe significato perdere altro tempo senza giocare. Tornare in Uruguay era qualcosa che mi passava per la testa già da un po’ e quando si è presentata l’opportunità del Liverpool non ho avuto dubbi. Era arrivato il momento di prendere una bella boccata d’aria e mettere minuti nelle gambe in un posto in cui so che non avrò pressioni e potrò recuperare dal mio guaio al ginocchio con tranquillità”.

Seguivi le sorti della squadra pur vivendo all’estero? “Ho sempre seguito il club. Mi è dispiaciuto molto per la retrocessione, è stata una delle ragioni per cui sono voluto tornare. Non ho mai smesso di interessarmi a questi colori”.

Sei molto amato qui al Liverpool. Giocheresti mai con un’altra maglia di club uruguagi? “Oggi come oggi no, però in futuro non saprei. Non sai mai dove ti portano i giri del calcio. Oggi mi trovo bene qui e quando andrò via avrò ancora un anno di contratto con la Lazio. Poi vedremo come si metterà la situazione, adesso penso solo a guadagnare la promozione con il Liverpool”.

C’è una squadra nella quale non giocheresti? “No, non c’è una squadra nella quale posso dire che non giocherei. Sono un professionista e mi adatterei a qualsiasi situazione sempre, quando credo che sia conveniente”.

Hai fatto parte della Nazionale di Tabarez, che emozione è vestire la maglia della Celeste? “Per me è stato sempre un sogno, e ricordo la prima volta che ho indossato la maglia della Nazionale, mi sono passate mille cose per la testa, però più di tutto furono sentimenti di orgoglio e felicità per esserci riuscito. Quando uno gioca per il proprio paese realizza un sogno che aveva fin da ragazzino, ci sono tante emozioni in ballo”.

La Nazionale vive un momento di ricambio, ti piacerebbe farne ancora parte? “Sogno di tornare, però sono realista, e adesso so che è una cosa lontana. Ci sono giocatori che stanno facendo molto bene ed è difficile. Però come sostenevo prima, i sentieri del calcio sono complessi, giocando con continuità avrò qualche possibilità in più e non si sa mai cosa possa succedere in futuro”.

Hai giocato anche a Dubai, come ti è sembrato il calcio? Molto diverso dal nostro? “La differenza è soprattutto tattica, il loro è un movimento in crescita, stanno portando giocatori di livello mondiale e a poco a poco vanno migliorando. Ricordo quando alle Olimpiadi l’Uruguay affrontò gli Emirati Arabi, fu una partita complicata, fecero una buona gara. E così giocano a livello locale, tatticamente hanno ancora qualche difficoltà, ma col passare del tempo sicuramente miglioreranno e le elimineranno come stanno facendo”.

Qualche aneddoto legato alla tua esperienza negli Emirati? “Ne ho diversi. Un giorno ero in banca e arrivò un dirigente a presentarmi chi mi avrebbe aiutato con le operazioni, era una donna. Io ero arrivato da poco, feci per salutarla tendendole la mano, ma lei si spaventò, mi schivò e andò a salutare mia moglie. E’ una questione culturale. Subito poi mi dissero che nel loro paese le donne mantengono una distanza con gli uomini alla quale noi non siamo abituati, ma che per loro è naturale. E’ stato qualcosa che all’inizio mi ha sorpreso ma che poi ho imparato”.

Il tuo cartellino appartiene alla Lazio. Hai come obiettivo ritagliarti un posto con loro? “Oggi come obiettivo ho altre cose, soprattutto avere continuità e giocare qui nel Liverpool. Se dovessi tornare, sì mi piacerebbe giocare lì. Lo so che è difficile perché c’è molta concorrenza. Ogni sessione di mercato arriva qualche attaccante e le cose si fanno difficili, ma nel caso tornassi, lottare per un posto è chiaramente un mio obiettivo”.

Che difficoltà hai avuto nel calcio italiano? “Il calcio italiano è molto tattico e molto difensivo, però le difficoltà sono state altre. C’è molta concorrenza tra quelli con cui mi giocavo il posto e non ho avuto molte possibilità di mettermi in mostra. E’ stata questa la maggior difficoltà. Non è stato un problema di lingua, El Tata Gonzalez e gli argentini mi hanno dato subito una mano. Adattarsi a quel tipo di calcio è comunque difficile, ma è complicato perché competi con grandi giocatori come Klose, che è un top a livello mondiale e giocare con un solo attaccante rende ancora più difficile lottare per un posto in squadra”.

Che indirizzo vorresti che prendesse la tua carriera? “Oggi ho preso la decisione di tornare pensando che volevo stare in Uruguay per un po’, ma è possibile che nel giro di un anno potrei avere voglia di restare o andar via. Ho un altro anno di contratto a Roma e quando finirà il prestito tornerò alla Lazio. Non so se mi vorranno o meno, ma non posso pensare ad altro. Cerco continuità e spazio per giocare”.

Tornando all’attualità, hai iniziato il campionato nel migliore dei modi, vincendo e segnando. Ti mancava vestire la maglia del Liverpool? “Sì mi è mancato, è il club con cui ho debuttato, con cui ho fatto cose importanti e di cui sono stato il bomber diverse volte. Senza dubbi è la squadra per cui ho più affetto, alla quale ho deciso di tornare in un momento per me difficile. Ho voglia di tornare a indossare la maglia e ritornare sul campo. Abbiamo vinto e ho segnato, sono molto contento”.

Il tuo contratto termina a giugno, ti piacerebbe restare qui? “Non so, devo vedere come si mettono le cose questa stagione. Per contratto dovrei tornare in Italia, magari poi salterà fuori la possibilità di restare. Ragiono giorno dopo giorno fino al momento in cui dovrò prendere una decisione. Se sarà qui o all’estero non so dirlo”.

Un ultima cosa, come ti sembra la squadra? “La retrocessione è stata accusata da tutti in maniera importante. Un club come il Liverpool non merita una situazione del genere. La rosa mi sembra buona, vedo un buon gruppo, giocatori giovani, altri con esperienza e un buon direttore tecnico. Mi sembrano gli ingredienti giusti per affrontare la Seconda Divisione. Speriamo di raggiungere l’obiettivo presto e festeggiare la promozione”.

Gianmarco Liberati/Marco Giuliani – Lazionews24.com

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