2013
La paura di vincere: cinquanta minuti degni, poi solo Keita
Inizio da grande squadra, certo l’avversario era quello che era, ma ciò che andava fatto, nel modo in cui andava fatto, lo abbiamo visto solo per cinquanta minuti, dopo di che i ragazzi di Petkovic si sono barcamenati tra incertezze e timori. Proprio come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, il buon 4-2-3-1 funziona, si, ma solo tenendo la squadra corta avvicinando i reparti, mantenendo alta la linea di difesa e con i mediani che fraseggiano e recuperano palla. Se la Lazio fa questo, e l’abbiamo visto nel primo tempo di ieri, crea occasioni su occasioni, impedisce all’avversario di costruire gioco, recupera palla e riparte. E’ bastato l’erroraccio di Cana che ha portato al gol del Limassol a distruggere tutta l’armonia e l’equilibrio che avevano regnato fino a quel momento. La differenza l’hanno fatta gli esterni, per la loro grande prestazione (più nel primo tempo che nel secondo) con Candreva che ha finito addirittura per fare il terzino dopo la sostituzione di Konko. Sul 2-1 la “paura di vincere” ha assalito la squadra e lo stesso Petkovic, che ha inserito Novaretti invece di un esterno di ruolo, passando ad un 3-5-2. Unica perla, estroso ed instancabile generatore di superiorità numerica, è ovviamente Keita; creando occasioni, puntando e saltando l’uomo, ha dimostrato di poter ambire senz’ombra di dubbio ad un posto da titolare.