2013
La proposta di Cochi: “Restituire i campi storici a Lazio e Roma”
Farà certamente discutere l’invito di Alessandro Cochi, attualmente membro dell’Assemblea Capitolina ed in passato Delegato alle Politiche Sportive del Comune di Roma, il quale ha scritto una lettera in cui richiama nuovamente l’attenzione su quella che è una sua ‘battaglia’ da anni, ovvero la volontà di restituire alle due società romane i loro impianti storici, lo Stadio Flaminio alla Lazio e il Campo Testaccio alla Roma. Inoltre nella lettera si dà voce alla richiesta fatta da Antonio Buccioni, presidente della Polisportiva Lazio, il quale da tempo reclama la necessità di creare un museo biancoceleste, da dedicare alle 50 sezioni parte della polisportiva. Riportiamo il testo integrale della lettera di Alessandro Cochi:
“Qualche tempo fa, da Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale, portai avanti una battaglia giocata su due fronti. Due binari paralleli che confluivano, però. La battaglia era quella di “restituire” Campo Testaccio alla Roma e lo Stadio Flaminio alla Lazio: unica vincitrice, sarebbe stata la Storia. Si, perché a Campo Testaccio è nata la leggenda della Roma. E allo Stadio Flaminio, poi “Nazionale”, c’era la casa della Lazio, proprio accanto ad un’altra storica casa con le tribune di legno dipinte di bianco e celeste, la “Rondinella”. In un calcio da signori, d’altri tempi, la Lazio “prestò” il suo campo da gioco alla Roma e proprio al Flaminio i giallorossi vinsero il loro primo Scudetto.
Di questo progetto, lato Roma, ne parlai con l’attuale Direttore Generale, Mauro Baldissoni: «Operazione molto interessante», questo fu l’esito di una riunione. Oggi, come la gente ha potuto acquisire a mezzo stampa, il progetto potrebbe andare avanti. Un progetto che, ovviamente, sento anche un po’ mio e che spero vada in porto quanto prima. A Testaccio potrebbe essere protagonista una costola del settore giovanile, potrebbe nascere un museo della prima Roma, ci potrebbe essere un punto di aggregazione dal forte valore culturale e sociale. Adesso non sarebbe davvero una cattiva idea intitolarlo al “fornaretto” di Frascati Amedeo Amadei grande protagonista per diversi anni in quel campo. Il Comune con il Sindaco e l’ assessore Pancalli in testa non si limitino a facili proclami. Convochino subito il Concessionario Pup al tavolo tecnico non ancora costituito insieme all’ Assessore alla Mobilità, Ufficio Pup, Avvocatura comunale, Sovraintendenze, concessionario sportivo e l’A.S. Roma Lo stesso passaggio feci con il Presidente Lotito per la Lazio: gli proposi l’idea del possibile uso in concessione dello Stadio Flaminio con lo scopo, giovanili e museo a parte, di farne un centro polisportivo. Non tutti sanno che, all’interno dell’impianto ci sono palestre, uffici, c’è una piscina. Tutto, con al di sotto resti antico romani di grandissimo valore. Occasione ghiotta per una società che annovera cinquanta sezioni e che rappresenta un gigante dello sport romano. In questo caso Lotito dichiarò non funzionale e antieconomico il progetto.
Non tutte le battaglie si vincono. A vincere o perdere, a volte, è proprio la Storia. La causa del Flaminio potrebbe essere sposata oggi dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio per creare una Coverciano romana proprio nel campo che vide protagonisti gli azzurri vincitori a Roma dei Mondiali del 1934. Fa bene il Presidente della Polisportiva Antonio Buccioni a chiedere attenzione per lo spazio museale biancoceleste dedicato alle oltre 50 sezioni e alla sua storia ultracentenaria Tutto questo mentre l’annosa “legge sugli stadi” tarda ad arrivare…”.
Alessandro Cochi