2013
La rabbia dei tifosi biancocelesti: “Andate a lavorare”
Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, al termine del pareggio di ieri in Europa League contro l’Apollon Limassol, è esplosa nuovamente la rabbia del centinaio di tifosi laziali accorsi a Cipro per sostenere la squadra. Proprio come è accaduto a Bergamo, dopo la sconfitta contro l’Atalanta, i giocatori sono stati contestati e respinti. Tra le cose più tranquille che i tifosi hanno detto ai propri beniamini, c’è stato l’invito ad andare “a lavorare” , o perlomeno a tirar fuori gli attributi . L’abbraccio sotto la curva non c’è stato neanche ieri, s’è rivista la stessa scena di domenica, l’unica differenza forse è che i tifosi sono ancora più arrabbiati.
La squadra ci teneva a ringraziare i circa cento fedelissimi presenti al GSP Stadium di Nicosia, che in barba alle difficoltà ambientali e ai costi di una trasferta erano accorsi per stare vicino alla squadra. Ma i sostenitori laziali erano a dir poco furiosi e quindi non c’è stato nessun applauso, son volate solo parole grosse e proteste, con i tifosi che si sono catapultati come cani rabbiosi verso le ringhiere e hanno ringhiato contro i giocatori.
Marchetti e Ledesma non hanno potuto far altro che allargare le braccia sconsolati prima di rientrare negli spogliatoi. I laziali sono stanchi e frustrati per l’assenza di segnali di crescita, non esultano da settimane. Da sempre contro la dirigenza, adesso ce l’hanno anche con i giocatori e con l’allenatore. L’accusa? Di pensare troppo a sè stessi, alle Nazionali, e più in generale di essere scarsamente concentrati. I tifosi sono arrivati al limite: non gioiscono da troppo tempo e adesso vogliono una svolta. Una svolta che può essere data soltanto da chi va in campo.