2014
La rinascita di Felipe Anderson
Quelle parole stanno diventando credibili: «E’ il momento di dimostrare a tutti chi sono» . E’ il momento di Felipe Anderson, lo sperano tutti. E’ il momento di dimostrare chi è veramente, di farsi valere, di giocare con personalità, di stupire con i colpi in partita (non solo in allenamento) essendo decisivo. E’ il momento di dare un senso a quei 9 milioni spesi un anno fa. « So cosa posso fare, è l’anno che deve farmi diventare un grande calciatore », ha detto ad Auronzo. Quando si presentò in conferenza stampa parlò con sicurezza, svelò i suoi sogni, fissò obiettivi precisi, senza paura. « Ogni palla per me dev’essere decisiva », ripeteva. In campo, contro il Perugia, ha parlato con i fatti, è uscito esausto e contento. Serpentine, accelerazioni sulla fascia e accentramenti costanti, dribbling secchi, servizi utili. Ha strappato applausi veri, scroscianti. I tifosi presenti in tribuna cantavano il suo nome. E dopo il gol lo hanno invitato a recarsi sotto la curva (come da canto per quanto il settore fosse diverso). Felipe Anderson è sembrato un altro o forse era davvero lui? Il dubbio c’è, è presto per dare sentenze. Una cosa è certa, il brasiliano si sta impegnando per dimostrare il suo valore, per riscattarsi dopo un’annata difficile. Pioli lo sta aiutando molto, lo cura, gli parla, si ferma in campo con lui, lo consiglia, l’ha liberato dalle consegne tattiche e da certi pesi, dalle responsabilità che lo limitavano. Pioli l’ha provato da mezzala (per calarsi nel ruolo gli servono 3-4 mesi di addestramento) e l’ha ripiazzato da esterno d’attacco. Pioli, innanzitutto, gli ha detto di giocare senza perdersi nei pensieri, gli ha detto di sentirsi libero di accentrarsi, di seguire il suo talento: « Ho più libertà di gioco, più libertà nel prendere il pallone, nell’accentrarmi e nel proiettarmi in avanti. Sono aspetti buoni per il mio calcio », ha confessato Felipe Anderson. Gioca con il sorriso, il match col Perugia l’ha ispirato, è stata la prestazione migliore offerta in ritiro. Il campo era pesantissimo per via della pioggia, le condizioni erano contrarie per un giocatore tecnico. Felipe Anderson non s’è fatto limitare dal pantano e dagli avversari. Come riporta il Corriere dello Sport, ha colpito la sua forma fisica, è piaciuto il suo atteggiamento, il modo in cui lottava sui palloni e li trasformava in oro. La società è certa della sua esplosione. Il diesse Tare è convinto che Felipe Anderson sarà la sorpresa dell’annata. Lo scetticismo, non lo nascondiamo, è motivato. L’accelerazione offerta sabato pomeriggio fa ben sperare. Siamo solo all’inizio, il brasiliano deve confermarsi, i test che verranno saranno probanti. Pioli proverà a dargli spazio anche quando torneranno i nazionali (Candreva in primis). La Lazio nelle prossime settimane sfiderà lo Sporting Lisbona, l’Amburgo, l’Hannover e il Latina (saranno i test precampionato prima degli impegni di Coppa Italia e campionato). Felipe Anderson dovrà offrire gli stessi spunti anche contro avversari più quotati, sarà la prima prova del nove. L’anno scorso era impaurito, impressionava in allenamento, si perdeva in partita. E’ cresciuto caratterialmente, ha sofferto, s’è temprato, le esperienze vissute la scorsa stagione (per quanto negative) gli sono servite, l’hanno scosso. Un anno fa era fuori dal campo, lavorava per guarire, era reduce da un brutto infortunio ad una caviglia. Felipe saltò tutto il ritiro e quando fu pronto la Lazio navigava già in brutte acque. Petkovic era in confusione, la tattica era un rompicapo, il brasiliano faticava a ritrovare slancio e smalto. Oggi è tutto diverso: conosce i tempi del calcio italiano, conosce l’ambiente, ha trovato un tecnico in linea con le sue idee. Ha lavorato con i compagni, sta svolgendo tutta la preparazione. Si sente bene, si sente carico, si sente più pronto. Tutta la Lazio ha bisogno della sua fantasia.