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Lazio, Acerbi sui social: «Inzaghi entra nella nostra testa. La gente ci dà adrenalina»
Dai complimenti al mister agli idoli da piccolo: il Leone biancoceleste ha risposto a Gli Autogol e ai suoi seguaci su Instagram
L’Italia è momentaneamente ferma per via dell’emergenza Coronavirus e con lei anche tutto lo sport: tutte le competizioni da disputare, tra cui il calcio, sono sospese fino al 3 aprile. Nei centri sportivi dei vari club non c’è nessuno perché tutti a casa: tra questi c’è anche la Lazio che ha fissato il ritorno sul campo il prossimo 21 marzo. I giocatori sono costretti ad allenarsi in casa e nel frattempo si divertono a rispondere alle domande curiose de Gli Autogol e dei followers su Instagram: tra loro c’è anche Francesco Acerbi. Ecco cos’ha detto tra i complimenti al mister Inzaghi fino al fantacalcio.
MANTENERE VIVO LO SPIRITO «Abbiamo il gruppo whatsapp, ci sentiamo per vedere come va la situazione. Stare a casa è dura, bisogna solamente aspettare. Stavamo andando bene, avevamo preso una strada senza precedenti. La preoccupazione è più sulla salute. Smettere, e non sapere neanche quando riniziare, mette un po’ il freno a mano. È un peccato. Simone Inzaghi? Il mister è sveglio, conosce i giocatori, entra nella nostra testa, sa quando è il momento di bacchettare e quello di lasciarli tranquilli, e poi farli esprimere nel migliore dei modi. Ogni tanto sbrocca (ride, ndr). Nazionale? È una bella sensazione, purtroppo non si farà l’Europeo, ma indossare la maglia della Nazionale è emozionante, è il sogno di tutti».
FANTACALCIO – «Se mi scrivono in tanti? Sì, per fortuna sto facendo, come tuta la squadra. Vogliono che faccio qualche gol in più, e soprattutto non prendere ammonizioni. Riesco bene. Non si lamentano tanto con me, solo complimenti. Amore con Ciro? Da quest’anno, c’è stato un po’ più di legame. È iniziato con i bacini, qualche volta gli dico ‘amore, tocca a te far gol’. E poi lo fa. Lo coccolo talmente tanto che va a casa rilassato, è contenta. Se gioco al fantacalcio? No, sennò mi insulto da solo quando sbaglio».
SPOGLIATOIO – «Chi è il più caciarone? Un po’ tutti, ridiamo e scherziamo. In generale è un bel gruppo, sono tutti più o meno allo stesso livello. Derby? È emozionante, soprattutto la preparazione alla partita. La gente ti dà tanta adrenalina. Sono quelle partite che non vedi l’ora di giocare, c’è la rivalità giusta, sono gare sentite anche da noi. Il più forte con cui ho giocato? Oltre a Ciro, Robinho ma anche Luis Alberto, sono devastanti. Il migliore contro cui ho giocato? Dico Ibrahimovic, è uno che se è in partita, è impressionante. Ha voglia di combattere, ti mette voglia di affrontarlo. Higuain, Dzeko, Caputo sono forti. Cosa faccio se vinciamo lo Scudetto? Intanto vinciamolo, poi tranquillo che ci divertiremo».
L’IDOLO DA BAMBINO – «George Weah, me lo tatuavo anche sulla coscia. Anche Nesta, più avanti. Musica? Ascolto tutto, non ho un genere preferito. Sfidare Ronaldo? Mi impressiona la mentalità. Inconsciamente si può avere un occhio di riguardo, ma tutta la Juventus è forte. Ricordo? Uno quando è morto mio papà e gli ho dedicato il gol subito dopo, e la prima partita quando sono tornato dopo la malattia. Siamo obbligati a stare a casa, dobbiamo farlo per noi stessi, per gli altri, per far sì che questo virus se ne vada. Stare a casa è l’unica cosa che fa la differenza. Chi va in giro è un deficiente».