Focus
Una Lazio in infradito va al mare in anticipo: tra presunzione e rilassatezza sfuma anche il quarto posto
L’analisi di Crotone-Lazio, ultimo partita della stagione 2016-2017, terminata con il successo per 3-1 dei padroni di casa
Quattro sconfitte consecutive e quarto posto che se ne va. Saluta la Lazio e va nelle mani dell’Atalanta, consacrata ancor di più rivelazione di questa serie A. Brutto finale di stagione per i biancocelesti, con la pancia piena dopo l’aritmetica qualificazione all’Europa League. Niente orgoglio, niente umiltà. Le ultime partite scivolano via senza che nessuno muovi un dito e i risultati sono le brutte figure come quella di ieri: un tempo in 10, tre gol presi e dominio Crotone. La Lazio una volta conquistato l’obiettivo si è smarrita, non è stata più la stessa e in ottica futura questo è un segnale preoccupante. Quello successo in campionato con il Napoli, si è ripetuto nel finale di stagione. La spina è stata staccata e non più riattaccata. 9 gol subiti in tre partite, 11 considerando la Coppa Italia. Numeri in netta controtendenza rispetto a quanto fatto vedere prima di questo tunnel, iniziato dal secondo tempo di Firenze. Qualcosa nella testa dei calciatori, dell’allenatore e della società dovrà cambiare. Arrivare quinti dopo tanti sacrifici fatti da luglio a maggio è un grosso demerito, sinonimo di una mentalità poco vincente. Anche l’ambiente ha fatto il suo: se si continueranno a festeggiare derby vinti come scudetti, non si crescerà mai.
LAZIO CHE TI PRENDE? – Lì dietro si prende gol con troppa facilità. Irriconoscibile la fase difensiva, che nelle ultime uscite è stata da brividi. Gli interpreti sono cambiati nelle ultime partite, i risultati no. La solidità mostrata nei tre derby non è più stata ritrovata. Anche nelle goleade contro Sampdoria e Palermo, le fragilità del reparto arretrato sono state evidenziate. Tutto è coinciso con un centrocampo privo di Parolo, l’interprete con più gamba e spirito di sacrificio. Il calo c’è stato ed è stato generale. La mente e le gambe sono andate in vacanza prima del tempo e non è servito nemmeno lo sfogo del presidente Lotito, per farle tornare in campo a Crotone. Tra squalifiche e motivazioni messe in campo, sembrava una gara amichevole per la Lazio, dove il risultato era un semplice dettaglio. Valeva molto invece la partita di ieri, così come quella con l’Inter, fatta miracolosamente risorgere. Questo finale cambia parzialmente il giudizio su una stagione comunque positiva, ma non straordinaria. Il quarto posto avrebbe regalato a questa annata tutto un altro sapore, mentre la quinta piazza dietro ad un’Atalanta battuta entrambe le volte, lascia l’amaro in bocca. Anzi no, nei calciatori questo scatto nell’orgoglio non è sembrato esserci. I complimenti vanno ancora una volta ai tifosi, presenti in massa anche in Calabria. Loro si che non si sono mai arresi e finalmente si sono ripresi la loro Lazio.
FUTURO – Mercato, rinnovi, acquisti, cessioni. Queste sono le parole chiave che hanno distolto l’attenzione sul presente. Nella settimana che portava all’ultima partita non si è quasi mai parlato del Crotone, ma soltanto del futuro dei tre big e del contratto di Inzaghi. La logica conseguenza di questo sono le figure come quella di ieri. Cali del genere in futuro non dovranno più esserci, da questi step passa la crescita della Lazio, che a detta del ds Tare farà acquisti di esperienza nel prossimo mercato. Biglia, Keita e de Vrj sono un rebus. Prima di impostare qualsiasi discorso in entrata bisogna risolvere questi nodi. Difficile che partano tutti e tre: la società proverà a trattenerne almeno due, tra questi chi ha più percentuali di permanenza è il capitano. L’anno prossimo le competizioni da disputare saranno tre, e la società dovrà consegnare ad Inzaghi una rosa adeguata, non commettendo il solito errore del ‘secondo anno’. Adesso ci sarà il tempo per rilassarsi e prendere con calma le decisioni su quello che verrà. La Lazio del futuro dovrà poggiare su basi solide, essere competitiva su più fronti e porsi come obiettivo primario, il raggiungimento del quarto posto, che l’anno prossimo vorrebbe dire Champions diretta. I calciatori adesso lasciano la scena a direttore sportivo e presidente. Arrivederci a luglio. L’appuntamento è in ritiro dove bisognera essere più forti e affamati di prima.