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Lazio, Baroni il trasformista: la squadra cambia in base all’interpretazione, ecco come

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L’evoluzione della Lazio di Marco Baroni dalla prima giornata di campionato all’ultima vittoria con l’Empoli: come è cambiata tatticamente

La Gazzetta dello Sport ha parlato della Lazio di Baroni tra le squadre che si è maggiormente trasformata dall’inizio del campionato a oggi, insieme a Napoli, Milan e Fiorentina. Di seguito il commento del giornalista Alex Frosio.

PAROLE – «Sembra di vedere il Verona, ed è un complimento. Marco Baroni ha di fatto impiantato alla Lazio i princìpi che hanno salvato l’Hellas – impresa ai limiti del miracoloso -, con il “plus” di una qualità diffusamente superiore della rosa. Il trasformismo della squadra biancoceleste è soprattutto nell’interpretazione. A livello tattico, Baroni è partito con una sorta di ibrido tra 4-3-3 e 4-2-3-1, a seconda della posizione di una delle due mezzeali, soprattutto Dele-Bashiru che si alzava in trequarti. Poi l’assetto si è definitivamente assestato quando è entrato in formazione in pianta stabile Boulaye Dia. Lui sì più seconda punta che centrocampista incursore (alla Folorunsho) ma mai appiattito sulla prima linea con Castellanos o Noslin. Gli si chiede un po’ di copertura sulla regia avversaria, ma il sistema funziona anche per il grande dinamismo dei due mediani Guendouzi e Rovella. La Lazio è una squadra di grande passo, tra terzini che spingono (Tavares è una furia), ricambi sugli esterni, sfondamenti centrali. Non a caso, è a livello Juve, dietro solo a Napoli e Inter».

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