2015

Lazio: Bergessio l’ennesima delusione, ma quanti affari sfumati a gennaio: da Honda a Biabiany

Pubblicato

su

Stavolta sembrava non ci fossero problemi. Sembrava, appunto. Perché la Lazio è riuscita nell’impresa di rendere complicata una sessione di mercato che complicata non era, almeno in apparenza. Negli ultimi giorni club e tecnico avevano chiuso al mercato in entrata e – nello specifico – al possibile arrivo di Bergessio dalla Samp per sostituire l’infortunato Djordjevic. Poi l’immancabile colpo di scena: la trattativa si riapre, in mattinata il calciatore blucerchiato svolge in gran segreto le visite mediche a Genova e attende comunicazioni dalla Lazio. Che si accorda con Samp e giocatore, ma non con Ederson, inserito all’ultimo nell’operazione. Sperava in uno scambio di prestiti, il club biancoceleste. Ma incredibilmente (eufemismo), il brasiliano dopo aver già rifiutato di andare a titolo temporaneo a Torino, Parma e negli Emirati, ha detto no anche alla Samp. Così l’affare salta e Bergessio resta una delusione. Ed è solo l’ultima di una lunga serie di trattative della Lazio saltate nelle ore finali del mercato per colpa di fax rotti, procuratori “cattivi”, clausole contrattuali e chi più ne ha più ne metta.

TUTTO COMINCIA CON HONDA, KRASIC E NILMAR – Prendendo in analisi gli ultimi 4 anni, la “saga delle trattative fallite biancocelesti” parte il 31 gennaio 2012. L’obiettivo principale è il giapponese Keisuke Honda, trattato nelle settimane precedenti e saltato ufficialmente a 24 ore dal gong perché non viene raggiunto un accordo con il CSKA per le modalità di pagamento. La Lazio cerca di rifarsi e ci prova prima con il croato Milos Krasic, all’epoca esubero della Juventus, poi con l’attaccante del Villarreal Nilmar. Il primo rifiuta subito preferendo chiudere la sua stagione in tribuna a Torino, il secondo invece accetta, ma l’operazione non si concretizza per mancanza di tempi tecnici necessari per un trasferimento internazionale. In quella sessione invernale arrivarono alla fine solo Alfaro e, quattro secondi prima della chiusura del mercato, l’esterno Antonio Candreva, ai tempi riserva del Cesena. E le delusioni del 2012 mica sono finite: l’estate di quell’anno è infatti è legata al nome di Burak Yilmaz, attaccante turco (allora al Trabzonspor) che si sarebbe potuto liberare semplicemente versando la clausola rescissoria di 5 milioni di euro. La Lazio lavora con l’agente, convince il giocatore che dice di “volere la Lazio”. Poi però Lotito si impunta sulla clausola del 25% da riconoscere al club turco in caso di una futura cessione, la trattativa salta (questa volta almeno non succede negli ultimi giorni di mercato) e Yilmaz viene preso dal Galatasaray.

DA FELIPE ANDERSON A “YILMAZ 2, IL RITORNO” – Poi si passa all’inverno 2013, quello di Felipe Anderson. La Lazio “non centra un bel colpo per una manciata di minuti”, spiega poco dopo la chiusura del mercato l’agente dell’attuale numero 7 biancoceleste. Si dice che in questo caso sia stata colpa del fax, arrivato in ritardo e quindi non valido: “L’accordo con il Santos c’era – raccontava il ds Tare – per una cifra di 7.5 milioni più il 30% della futura vendita: poi però i brasiliani e il fondo inglese che detiene il 50% del cartellino non hanno trovato un punto d’incontro per dividersi la cifra”. Felipe arriverà solo qualche mese dopo, con la sessione di mercato estiva. Che si conclude però, anche questa volta, con Yilmaz, di nuovo a un passo dal vestire la maglia della Lazio. Il Galatasaray se ne vuole liberare, ma il costo del cartellino è lievitato a 15 milioni. Che la società biancoceleste sembra essere disposta a mettere sul piatto, tant’è che – come da prassi – a pochi minuti dalla campanella di fine mercato si parla di accordo raggiunto. Ovviamente poi non si concretizza e il presidente Lotito dà la colpa al “doppio gioco del procuratore” del turco, che avrebbe inserito all’ultimo laute commissioni in suo favore.

LO “PSICODRAMMA HERNANES” E IL RIFIUTO DI BIABIANY – Si passa spediti all’inverno 2014, quello dello “psicodramma Hernanes”: la Lazio lo cede all’Inter a due giorni dalla chiusura del mercato (indimenticabili le lacrime del giocatore all’uscita dal centro sportivo di Formello) e lo sostituisce con il portoghese Helder Postiga, che tra l’altro si rivelerà già infortunato. Una soluzione che non basta, così nelle ultime ore il club tenta un assalto a Biabiany del Parma. Trova l’accordo con gli emiliani, ma non con il giocatore che rifiuta e resta gialloblù. Solamente dopo si saprà dei suoi problemi cardiaci, fatto sta che anche in questo caso la Lazio chiude senza riuscire a centrare il “colpo d’inverno”, con l’aggravante di aver ceduto un suo top player come Hernanes. Nell’estate successiva, finalmente, la società si muove in anticipo e chiude ben prima dei giorni finali per Djordjevic, Basta, Parolo, De Vrij e Braafheid. Il consueto imbarazzo delle ore finali si limita alla mancata cessione di Gonzalez al Parma, in quanto il contratto firmato da tutti viene depositato qualche minuto dopo il termine consentito. Un classico che ha prosegue il trend e le oggettive difficoltà della Lazio di “fare mercato” negli ultimi giorni disponibili, confermate dall’ultimo affare saltato, quello di Bergessio. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, direbbe Lotito per sintetizzare il tutto. E la Lazio persevera, altroché.

Repubblica.it

Exit mobile version