Lazio, Biava: «Il Derby è una partita a sè. La Roma ha poche idee»
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Lazio, Biava: «Il Derby è una partita a sè. La Roma ha poche idee»

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Lazio, Giuseppe Biava commenta l’andamento delle due squadre in vista del Derby ai microfoni di Lazio Style Radio

Manca sempre meno alla partita più attesa dalla città: il Derby è sempre un’emozione molto forte, soprattutto quando c’è in ballo la qualificazione Champions. I sentimenti che suscita la stracittadina nei calciatori che la giocano, li segna a vita e la ricorda sempre con molta emozione: uno tra questi è Giuseppe Biava. L’ex difensore della Lazio ha commentato l’andamento delle due squadre che si stanno preparando per la gara di domenica prossima. Queste le sue parole a Lazio Style Radio:

«Nella Lazio ci sono ancora miei ex compagni, che hanno giocato anche la finale del 26 maggio: loro sanno bene come preparare la gara. I tifosi? Ti chiedono di vincerla, già da 2/3 settimane prima del match i tifosi a Roma non pensano ad altro. E’ una partita che può condizionare sia le gare precedenti che quelle successive. Prima si pensa a non prendere ammonizioni per evitare di saltare il derby, poi ci possono essere degli strascichi difficili da scacciare o dei grandi entusiasmi.»

Tra tattica e prestazioni singole, ecco cosa pensa Biava:

«La Roma l’ho vista in difficoltà, con poche idee. Con la difesa alta potrebbe rischiare molto contro la Lazio che al momento appare favorita. Ma il derby è una partita a se ed è difficile da giocare. In fase di non possesso la Lazio potrebbe difendersi a 5 con gli esterni bassi e Leiva in pressione su Pellegrini. Mi aspetto una squadra abbastanza chiusa in fase di non possesso e rapida in fase di ripartenza, anche perché questa Roma in difesa concede qualcosa e la Lazio ha le migliori armi proprio nelle triangolazioni veloci e nelle ripartenze. Inzaghi tra giocatore e allenatore ne ha giocati tanti, sa come affrontarli e come trasmettere la fiducia giusta ai giocatori. Fonseca da questo punto di vista ne sa di meno, ma è sempre un allenatore internazionale. E’ sempre stato bravissimo ad attaccare la profondità, ma adesso lo vedo più maturo anche nella rifinitura e nel far giocare bene la squadra. Su di lui si può far affidamento anche in fase di non possesso. Sarà importante anche per la Nazionale».

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