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Lazio Brasile, Bruno Cesar: «Quante gioie ci ha regalato Hernanes! Luiz Felipe? Mi ricorda Nesta…» – ESCLUSIVA

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Intervista a Bruno Cesar, tifoso della Lazio di origine brasiliana e amministratore del gruppo di supporters biancocelesti presenti nello stato Sudamericano – ESCLUSIVA LAZIONEWS24.COM

Il nostro viaggio in giro per il mondo non finisce più. Da ormai due anni la redazione di LazioNews24.com si è dedicata alla ricerca dei fans club Lazio presenti all’estero, ha scoperto e raccontato ai propri lettori storie fantastiche, condite di amore e tanta passione. Ricorderete senz’altro le immense coreografie dei tifosi asiatici, le generose iniziative degli amici americani o la carrellata di foto caratteristiche immortalate alle spalle del Sydney Opera House e del Manneken Pis di Bruxelles. Tutto ciò a dimostrazione di quanto la Lazio possa essere importante nella vita di gente che abita a migliaia di chilometri da Roma e non smette comunque mai di onorarla. La bussola questa volta ci ha trasportato in Sud America dove è situata una folta colonia di aquilotti. L’amministratore del Lazio Brasile, Bruno Cesar, è stato disponibile a raccontare la sua storia e quella dei ragazzi che abitano nei pressi della Foresta Amazzonica e dell’Equatore. Ecco le sue parole in esclusiva ai nostri microfoni durante una lunga e piacevole telefonata:

Come e quando è nata la tua passione per la Lazio?
«Lo ricordo perfettamente. E’ stato l’ultima giornata della stagione ’99/’00, quando abbiamo vinto lo Scudetto, l’invasione dei tifosi per celebrare il bicampionato, è qualcosa che è chiaro nei miei ricordi fino ad oggi. Ma la prima partita della Lazio che ho visto in televisione era nella stagione 2004/2005, contro il Cagliari a Roma. Da lì è iniziata la mia passione, che dura tuttora, sono esattamente quasi 14 anni».

In Brasile ci sono altri tifosi laziali. Avete pensato di fondare un fans club? Vedete le partite insieme o organizzate iniziative particolari?
«Poiché il Brasile è un paese di dimensioni enormi, è molto difficile centralizzare un fan club. Ci sono comunque alcuni fan in ogni stato brasiliano, ma posso affermare categoricamente che il nucleo maggiore è concentrato a San Paolo e Rio de Janeiro. Spesso organizziamo degli incontri, è molto gratificante guardare insieme le partite della Lazio».

Dalla Lazio sono passati tanti giocatori brasiliani. Qual è il tuo preferito? E perché?
«Senza dubbio Hernanes. Principalme­nte per la sua tecnica e la classe con la palla in piedi. E’ un giocatore ambidestro, meraviglioso, che ci ha regalato molte gioie, ma che purtroppo ci ha lasciato. Sono dinamiche che fanno parte del calcio. E’ stato un matrimonio finito male per lui, non è riuscito più a esprimersi come fatto alla Lazio. Con lo stesso club che non è subito riuscito a trovare un sostituto con simile caratteristiche».

Luiz Felipe ha conquistato i tifosi biancocelesti. Pensi possa sostituire de Vrij?
«Luiz Felipe è un ragazzo meraviglioso e con un futuro promettente, ma ha ancora bisogno di più esperienza per diventare un campione assoluto. Inzaghi sta facendo molto bene ad inserirlo gradualmente. Farà sicuramente degli alcuni errori, anche perché ha solo 21 anni. Un classico esempio è stato Nesta, che ha iniziato nella Lazio in questo modo».

Il talento di Felipe Anderson non sempre è decisivo. Perché secondo te ha un rendimento così discontinuo?
«Secondo me a causa della mancanza di impegno e di volontà. Spesso non capisce i momenti della partita, pensa un po’ troppo alla giocata personale. I tifosi sono consapevoli delle sue grandi qualità, abbiamo bisogno di lui in questo finale di stagione finale».

La Lazio è in corsa per un posto in Champions in Serie A e per i quarti di finale in Europa League. Quali obiettivi può centrare la squadra di Inzaghi?
«Come tifoso voglio tutto (ride, ndr), alzare il trofeo dell’Europa League ed essere tra i primi in serie A. Sono consapevole che non abbiamo abbastanza calciatori per affrontare le due competizioni, in base all’andamento Inzaghi dovrà scegliere su quale percorso è meglio puntare. Spero solo che la squadra riesca a conquistare un posto in Champions League».

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