Campionato
Lazio, caso tamponi, Taccone fa chiarezza: «La Lazio sa quello che fa»
Massimiliano Taccone, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Futura Diagnostica, ha fatto chiarezza sul caso tamponi in casa Lazio.
In casa Lazio è scoppiato il caso legato ai tamponi: la Procura Federale ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali violazioni dei protocolli sanitari previsti per contenere l’epidemia da Covid-19.
COSA E’ ACCADUTO – La società biancoceleste, infatti, dopo che la UEFA nella scorsa settimana aveva riscontrato le positività al Covid-19 di alcuni calciatori, dopo pochi giorni ha effettuato i tamponi presso il proprio laboratorio di fiducia. Non trovando la Lazio anomalie che impedissero ai propri tesserati di scendere in campo, i calciatori in questione sono tornati a disposizione di mister Simone Inzaghi.
IL MISUNDERSTANDING – Nuova partita di Champions League per la Lazio in programma stasera, nuovo giro di tamponi della UEFA nelle scorse ore, nuovamente positivi i calciatori. Ed è dunque scoppiato un putiferio, con tanto chiacchiericcio anche su ciò che rischierebbe la Lazio. Lazio che, i propri tamponi, li fa processare alla Futura Diagnostica di Avellino, laboratorio appartenente alla famiglia dell’ex patron dell’Us Avellino 1912 Walter Taccone. Ma davvero per la Lazio i tamponi erano negativi e per la UEFA positivi? Non è così.
IL CHIARIMENTO – Ed è proprio il figlio Massimiliano Taccone che, in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Futura Diagnostica, fa chiarezza su quanto accaduto ai microfoni del quotidiano “Il Ciriaco”: “A differenza della stragrande maggioranza dei laboratori, noi analizziamo 3 geni e non soltanto i 2 geni classici. Tra questi 3, c’è un gene della famiglia coronavirus che non è però specifico del covid-19. Dunque, con i nostri laboratori, segnalammo il gene positivo, ma questo non è un gene che infetta. Non vogliamo entrare nel merito, abbiamo specificato la positività di questo gene e cosa comporta, poi se far giocare un calciatore o meno non dipende da noi ma dallo staff medico della società in questione. Di certo alla Lazio non sono sprovveduti, sanno quel che fanno“.
E infine un retroscena: “Tutto questo era già successo per un’altra partita di un paio di settimane fa, dove coinvolto vi era un altro calciatore. Il laboratorio della UEFA rifece il tampone e anche lì confermarono il nostro risultato. Adesso credo sia successa la stessa cosa, semplicemente con un eco mediatico maggiore“.