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Lazio, Cucchi: «Inzaghi come un fratello maggiore per i ragazzi»

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Riccardo Cucchi ha parlato del momento in casa Lazio

Riccardo Cucchi, noto giornalista e tifoso laziale, è intervenuto ai microfoni di Elle Radio per esprimersi su diversi temi riguardanti il mondo biancoceleste. Ecco ciò che ha detto.

SU PAPARELLI – «La tragedia di Vincenzo Paparelli non può non aver segnato la coscienza di tutti, è stato un episodio che ha messo in evidenza quanto il calcio potesse prendere una deriva violenta. Un episodio gravissimo che ha gettato nello sconforto la famiglia di Paparelli e che ha segnato l’esistenza del figlio e anche dei nipotini. In quel giorno ci siamo resi conto che qualcosa si era rotto, si era spento un modo di vivere il calcio nei nostri cuori ed era entrato qualcosa di inaudito, la morte. All’evento di ieri alla Regione Lazio ho augurato ai ragazzi presenti, i tifosi del futuro, di non vivere mai una tragedia come quella e di saper riportare il calcio sul binario giusto, quello della passione, dell’emozione e del rispetto».

LA VITTORIA DI SAN SIRO – «La Lazio a Milano mi ha divertito, ho visto una Lazio brillante nella manovra e capace di saper esprimere un tasso tecnico molto elevato, con giocatori come Ciro e Luis Alberto a livelli altissimi. Di Immobile ho sempre amato il modo di interpretare il calcio con generosità e dedizione, al di là dei 100 gol realizzati, traguardo storico, sa difendere e dispensare assist, è il prototipo del centravanti totale che partecipa ad ogni fase di gioco della sua squadra. Sono convinto che la Lazio sia una buona squadra tecnicamente, è mancata la continuità per ottenere subito determinati traguardi in campo»

IL PASSATO – «Ho vissuto l’era di Maestrelli e di Chinaglia da tifoso e da giovani ci si fermava a vedere l’allenamento dietro la rete di Tor di Quinto. Si percepiva in quelle ore un’atmosfera particolare, in certi casi anche aggressiva, ma anche la figura paterna di Tommaso Maestrelli, che sapeva tenere insieme quella Lazio un po’ pazza. Inzaghi non può essere considerato un padre, ha solo qualche anno in più dei calciatori, ma può essere considerato più come un fratello maggiore».

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