2015

Lazio-Fiorentina, Felipe Anderson vs Salah: il meglio della Serie A

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In questo momento non c’è niente di meglio in Serie A. Come spettacolo, come emozione, come calcio puro, Felipe Anderson e Mohamed Salah sono il punto più alto, il punto di qualità maggiore. Tutt’e due sono saliti sul palcoscenico d’improvviso, è stata un’irruzione più che un’apparizione. Di Felipe si intuivano i colpi, si potevano intravedere qualità assolute, ma era troppo timido per farle esplodere. Gli mancava la miccia. Che una sera, a San Siro contro l’Inter, si è accesa e ha dato il via ai fuochi d’artificio. Doppietta, Lazio in vantaggio sul 2-0 e poi raggiunta nel secondo tempo. Quella sera è nato un fenomeno. Da quel momento il brasiliano ha imperversato. La timidezza era diventata forza, le idee si erano trasformate in gol e in assist. In una squadra con un campione del mondo come Klose, un vice campione del mondo come Biglia, e una serie lunghissima di nazionali, era lui, un giovanotto di 22 anni, il protagonista principale. Prima dell’Inter, aveva già segnato al Parma, ma è stato dopo San Siro che il suo calcio ha preso la dimensione di un fenomeno. Contro la Samp, nelle pagelle del Corriere dello Sport-Stadio il suo voto era 9. Lo stesso voto che questo stesso giornale ha assegnato a Mohamed Salah dopo la doppietta di giovedì scorso allo Juventus Stadium. Qui siamo davanti a un caso ancora più incredibile. Se a Formello qualcuno (Pioli) aveva già avuto la possbilità di accorgersi che stava nascendo un campione, sul conto dell’egiziano nessuno era così straordinariamente ottimista. Nè Mourinho che lo ha lasciato partire a cuor leggero pur di avere Cuadrado, né i dirigenti viola quando l’hanno preso, né Montella quando ha iniziato ad allenarlo. A Reggio Emilia, nella sua prima partita da titolare, ha strabiliato: gol e assist. Le altre cinque reti in partite pesanti: una al Tottenham, una al Torino, una a San Siro contro l’Inter (la squadra che ha… lanciato i fenomeni di Lazio e Fiorentina) e due alla Juventus. Sono legati da un calcio molto simile, fatto di tecnica impressionante abbinata a una velocità altissima, insostenibile per chi li marca, ma forse il punto che li avvicina di più è il tiro, con una precisione accompagnata da freddezza e perfidia. Anderson ha una mira micidiale anche da fuori area, finora Salah si è esibito solo in conclusioni all’interno dell’area. Sono tutt’e due attaccanti esterni, anche se per il loro movimento possono far gol da qualunque posizione. Segnano con lucidità quando altri, annebbiati dalla fatica di uno scatto prolungato, perderebbero il tempo e la mira. Trovano varchi che solo menti fantasiose come loro possono immaginare. Hanno lo stesso modo di condurre il pallone, con tocchi secchi e così brevi da mandare in confusione il difensore che cerca di fermarli. Hanno lo stesso modo di condurre il pallone, con tocchi secchi e brevi. Per la legge dello spettacolo, dovrebbero giocare sempre.

Corriere dello Sport

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