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Lazio, Inzaghi da “Allievo” a “Maestro”: questa è la sua miglior primavera
Lazio, quasi vent’anni in biancoceleste prima da giocatore e ora da condottiero: tanti auguri a mister Inzaghi!
Non c’è in tutta la storia biancoceleste qualcuno che venga ricordato senza essere stato intriso di lazialità, senza che la sua storia sia così bella e così laziale. Prendiamo un ragazzo che inizia la sua storia con l’aquila sul petto nel 1999. Si chiama Simone Inzaghi e tutti lo conoscono, sì, perché è il fratello minore del grande Pippo campionissimo del Milan. Anche Simone però si fa notare in quella che forse è stata la Lazio più forte di tutti i tempi e non cambierà mai squadra.
Nel 2010 appende gli scarpini al chiodo, in tanti avranno pensato che fosse la fine e invece è la sua rinascita. Dal basso però, lavorando sodo e duro, partendo dagli Allievi regionali, passando per la Primavera a cui farà vincere una Coppa Italia, una Supercoppa e uno scudetto. Nel 2016 il salto di qualità: a chiamarlo è proprio la Lazio, questa volta quella dei grandi, la sua in effetti. La squadra con alla quale è legato da sempre, perché di laziali come mister Inzaghi ce ne sono davvero pochi. Prima farà il “traghettatore” poi a seguito di una serie di eventi diventerà lui il primo allenatore.
La storia recente la conosciamo tutti, i trofei vinti, ma più di questo la sua lazialità. Simone Inzaghi ci ha fatto tornare alla mente Tommaso Maestrelli. Inzaghi che sgrida Immobile e poi lo abbraccia e bacia come fosse un figlio, Inzaghi che alla fine della partita corre in campo con il figlio Lorenzo, Inzaghi che nelle partite corre con i giocatori, calcia, impreca, si arrabbia come se fosse ancora lì in campo. Sotto la giacca e la cravatta c’è ancora la maglia biancoceleste e quest’anno forse dopo la Supercoppa un altro regalo potrebbe arrivare in estate, chissà.
Tanti auguri mister e altri mille di questi giorni biancocelesti.