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Lazio, sabato l’ultima gara degli “Irriducibili” poi saranno “Ultras Lazio”
Lazio, dopo trentatré anni sabato sarà l’ultima gara degli Irriducibili che poi si identificheranno con il nome “Ultras Lazio”
Un grande capitolo si chiuderà sabato. Lazio Bologna sarà l’ultima partita sugli spalti degli “Irriducibili”. Lo storico gruppo del tifo biancoceleste mette la parola fine ad un’era che ha significato tantissimo e che ha vissuto tanti periodi differenti, di gioia ma anche di dolore. Da sabato in poi i supporters si chiameranno “Ultras Lazio”. Questo il comunicato in merito alla decisione riportato da Il Mesaggero.
«Come per tutte le cose della vita, esiste un inizio e, inevitabilmente, una fine. C’è un tempo per tutto. Anche su quelle storie fantastiche, gloriose, prima o poi, cala il sipario. L’importante è averle vissute queste storie. Da protagonisti, da leoni, anche pericolosamente. Senza rimpianti, senza rimorsi. E allora, ad maiora Irriducibili!
Proprio così, dopo trentatré anni abbiamo deciso di sciogliere il gruppo che ha scritto pagine importanti di storia, gloriose, che ha semplicemente rivoluzionato il panorama ultras, non soltanto italiano, ma anche internazionale. Un gruppo invidiato dal mondo intero che, purtroppo, ha perso 7 mesi fa uno dei suoi e dei nostri leader più carismatici: Fabrizio.
Momenti esaltanti, difficili, giorni felici e tristi. Momenti che ci hanno fatto sentire vivi in un mondo di morti. Tutto è iniziato quell’ormai lontano 18 ottobre 1987, quando, in un tranquillo Lazio-Padova, apparve sulle gradinate dello Stadio Olimpico lo striscione Irriducibili. 10 metri di stoffa, scritta bianca, sfondo blu. Un nome che diventerà ben presto il nostro simbolo. Il nostro guanto di sfida al mondo intero.
Il corteo di San Benedetto del Tronto è ancora vivo nelle menti di tutti. Le trasferte di Bergamo, Brescia, Napoli e Catanzaro tra tutte, lo scudetto conquistato a via Allegri, gli scontri con le altre tifoserie, le rivalità. Le iniziative benefiche e la solidarietà.
Irriducibili ha voluto esprimere la nostra volontà di non piegarci a nessun compromesso, al sissignore e al politicamente corretto. “Non siamo cani perché senza padrone! Non siamo sciolti, Irriducibili ci unisce”, recita uno striscione dei primi anni.
Un monito da tramandare di generazione in generazione, da padre in figlio.
Ma ora è tempo di andare avanti. Troppo sangue versato, diffide, arresti. Sempre a testa alta, abbiamo pagato sulla nostra pelle ogni situazione. Ed anche per rispetto di chi non c’è più siamo arrivati a questa decisione. Inevitabile. Ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti. Ogni singolo componente che ha fatto parte del gruppo in questi trentatré lunghissimi anni. Sempre presente malgrado tutto.
Dai fondatori, ai partecipanti. Da chi ci ha lasciato troppo presto, a chi combatte ancora con orgoglio. Da chi ha pagato con la libertà, a chi si è sporcato solo una mano di vernice. Da chi ha portato le aste delle bandiere, a chi ogni domenica era lì, in prima fila. Da chi ha portato le pezze, a chi ha passato notti insonni in sede. Da chi ha pianto, a chi ha riso. Da chi ci ha sempre creduto, a chi ha smesso di farlo. A chi anche solo una volta è stato su quel famoso muretto… a chi ha contribuito alle scenografie, a chi ha subito perquisizioni.
Un manipolo di fratelli che di generazione in generazione ha saputo portare avanti un ideale di vita, di lazialità. perché noi siamo stati Irriducibili e lo siamo ancora. Siamo stati rivoluzionari e lo siamo ancora. Un mix di aggregazione sociale, originalità, trasgressione senza eguali e goliardia. Irriducibili è stata una fucina di idee, di innovazioni, di una mentalità ultras sconosciuta fino a quel momento.
Da oggi ci sarà una svolta epocale. Senza precedenti per la Nord. per la prima volta in curva sarà presente soltanto uno striscione, dietro il quale si identificherà tutta la tifoseria laziale: Ultras Lazio. con la stessa voglia di sempre. Stesso entusiasmo, stessa adrenalina. E, soprattutto, con lo stesso spirito di quelli che eravamo, siamo e saremo.
Sempre irriducibili dentro, perché il futuro è solo il ricordo di uno stupendo passato…».