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Lazio, Jorge Silva a 360°: «La maglia biancoceleste? Un sogno diventato realtà»

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Jorge Silva a 360°

Jorge Silva, talentuoso difensore portoghese della Lazio, è intervenuto ai microfoni di JN per parlare della sua esperienza con la maglia biancoceleste. Ecco di seguito le parole del classe ’99.

SFIDARE CRISTIANO RONALDO – «È sempre stato il mio sogno avere la possibilità, un giorno, di affrontare top club come la Juventus e campioni come Ronaldo. La scorsa stagione ero in panchina in una partita di campionato contro i bianconeri, e solo vederlo in campo mi ha fatto venire voglia di entrare. Giocare contro i migliori del mondo dà tante motivazioni in più. Se gli ho parlato? No, ha segnato il gol della vittoria della Juventus negli ultimi minuti e nessuno l’ha fermato perché era in campo a festeggiare. Dopo ho provato a parlargli, ma si è chiuso negli spogliatoi e non c’è stato modo di farlo. L’arrivo di Ronaldo ha migliorato il calcio italiano. La Serie A è diventata più popolare e ci sono più top player che vogliono trasferirsi qui».

CONCEICAO – «laziali hanno un grande ricordo di lui, l’hanno dimostrato la scorsa stagione. È un’icona. La scorso anno è venuto nella Capitale con il Porto per giocare contro la Roma, e i tifosi della Lazio gli hanno mostrato tutto il loro amore. È stato molto applaudito, è un punto di riferimento».

CARATTERISTICHE PROPRIE – «Sono molto tecnico. Ho fiducia nelle mie capacità. In Italia ho migliorato quelle caratteristiche in cui ero più carente, come aggressività e concentrazione. In questo paese c’è molto rigore difensivo, è il luogo ideale per diventare dei grandi difensori».

DIFFERENZE TRA PORTOGALLO E ITALIA – «Rispetto alle società portoghesi, qui alla Lazio si lavora diversamente. Ogni club ha i propri metodi, ma non si può dire che uno sia migliore di un altro. Il Benfica garantisce ai suoi giovani una buona formazione, così come anche il Porto. Sono cresciuto con Ruben Dias e João Felix (al Benfica n.d.r). Sono giocatori eccellenti».

NETO E JORDAO – «Li conosco da un po’ di tempo e hanno molta qualità. Prima o poi lo dimostreranno».

CARATTERISTICHE PROPRIE – «Sono molto tecnico. Ho fiducia nelle mie capacità. In Italia ho migliorato quelle caratteristiche in cui ero più carente, come aggressività e concentrazione. In questo paese c’è molto rigore difensivo, è il luogo ideale per diventare dei grandi difensori».

FUTURO NELLA LAZIO – «La preparazione estiva sta andando bene, ma nessuno mi ha ancora detto niente. L’obiettivo è rimanere. Giocare nella Lazio era la mia ambizione fin quando da piccolo ho sentito parlare dei biancocelesti. Essere qui e aver raggiunto questi livelli è un sogno diventato realtà. Per tutto quello che ho dimostrato qui, penso di meritare la conferma. Ma ciò non significa che resterò. In Italia si fa molta attenzione all’età di un calciatore e, generalmente, si preferisce puntare sui giocatori esperti. Inzaghi mi ha sempre aiutato molto, in passato così come oggi. È un ottimo allenatore e ha un grande cuore. Si preoccupa molto del fatto che i suoi giocatori stiano bene. Grazie a lui e al mio lavoro ho raggiunto questo livello. Nel primo anno ho avuto un po’ di difficoltà ad ambientarmi a Roma, ma oggi sono sto benissimo».

APPRODO NELLA LAZIO – «Sono passato dal Porto al Benfica nel 2015 perché mi ha offerto condizioni migliori. Dopo due anni mi ha acquistato la Lazio. È stato un passo importante, per la prima volta mi sono separato da mio fratello con cui ho trascorso tutte le giovanili. Nel calcio, ci sono giorni in cui le cose non vanno sempre bene e il supporto di un fratello è importante. Mi è costato molto andare a vivere da solo, lontano dalla famiglia. Come sono arrivato alla Lazio?I biancocelesti mi fecero la prima proposta quattro anni fa, ma rifiutai. Ero al Benfica e non volevo andarmene. La stagione successiva, però, la Lazio mi cercò di nuovo e quella volta decisi di accettare a causa del trasferimento di mio fratello al Porto. Non mi sono mai pentito di aver lasciato il Portogallo, sono felice qui e voglio affermarmi in Italia. Se in futuro dovessi ricevere offerte dal mio paese, le esaminerò. Ma lo farò solo per una proposta importante», conclude così Jorge Silva.

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