2014

Lazio, la corsa all’Europa League passa per il San Paolo

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La rincorsa della Lazio all’Europa League passa oggi per il San Paolo di Napoli. Come scrive Il Messaggero, una sfida che metterà davanti due deluse del campionato: i biancocelesti, dopo metà torneo in affanno e senza squilli, stanno recuperando posizioni nella speranza di agganciare la zona che possa dare un senso alla stagione. Il Napoli a 20 punti dalla Juventus, mai in lotta per lo scudetto, eliminato dal Porto, avrà come obiettivi il terzo posto e la finale di Coppa Italia. Ma le premesse per gli azzurri a inizio stagione erano ben altre.

ASSENZE – La squadra di Reja dovrà fronteggiare le assenze di tanti titolari: Marchetti, Dias e Biava in difesa, Gonzalez e Biglia a centrocampo, Klose e Keita in attacco. Edy Reja parla del Napoli come una squadra di un altro pianeta. Certamente esagera ma il divario tecnico-strutturale esiste ed è evidente, come testimoniano i 16 punti in classifica. I biancocelesti, dopo aver capitalizzato al massimo i 2 turni casalinghi, deve cercare punti anche fuori casa. Alla corsa per l’Europa League partecipano 7 formazioni che si contendono 2 posti. Perciò occorrerà fare punti a ogni giornata, per tenere il passo delle rivali. La Lazio avrà 3 partite all’Olimpico da sfruttare in chiave europea ma dovrà dare il meglio di sé anche in trasferta. È vero che il Napoli ha battuto sia la Juventus, che la Roma però il San Paolo è stato territorio di conquista per avversari di minor lignaggio: Parma, Chievo, Sassuolo, Udinese, Genoa, Fiorentina.

ATTACCO – Senza Klose e Keita l’attacco sarà affidato a due goleador di scorta: Candreva, arrivato a quota 9, e Lulic, a segno negli ultimi 2 incontri all’Olimpico, finalizzare la manovra. Non sono attaccanti ma temibili incursori, abili nello sfruttare gli spazi che il Napoli finirà per concedere nel tentativo di comandare il gioco a metà campo. Reja, non fidandosi di un Postiga ancora impalpabile, riproverà Mauri nel ruolo di centravanti arretrato nell’intento di garantire più qualità alla fase propositiva. E sarà anche la grande occasione di Felipe Anderson, che partirà titolare anche se in un ruolo che non gli piace. La sua fantasia potrebbe mettere in difficoltà la difesa azzurra, che non avrà punti di riferimento fissi. 

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