2015

Lazio, la rinascita delle fasce

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Dopo un inizio di stagione terribile, tornano elogi per la Lazio, che ha saputo rialzarsi dopo la debacle di Napoli. Sembra lontana anni luce quella notte in cui Hoedt collezionava figuraccie una sopra l’altra, il centrocampo arrancava e gli attaccanti non ricevevano palloni giocabili.
Si è vista in queste ultime quattro partite la mano del tecnico. Non è uno sprovveduto Pioli, che in un reparto già orfano di de Vrij, mette da parte le scommesse e si affida alle certezze. Fiducia alla coppia Mauricio e Gentiletti, entrambi però ancora alla ricerca della condizione migliore, con i due maratoneti Basta e Lulic sulle fasce. Il bosniaco, insieme a Radu è stato uno dei più negativi in questo avvio, unica partita degna di nota è stata quella del preliminare d’andata contro il Bayer Leverkusen dove fu impiegato proprio nei quattro di difesa.

Ha ancora bisogno di tempo il giovane Hoedt, apparso un po’ acerbo nelle prime uscite, ma in netta ripresa dopo la notte del San Paolo. Ottime le sue prove con Saint Étienne e Frosinone, dove è arrivato anche il primo gol. Sulle corsie esterne al momento garantiscono un rendimento alto i due titolari ma non si può dire altrettanto delle riserve. Il sostituto del serbo è Konko, che nelle gerarchie ha superato Patric, ancora lontano dalla filosofia del calcio italiano. Lo spagnolo infatti è un terzino più propenso ad attaccare che a difendere e questo tipo di giocatori in Serie A non hanno vita facile. Dalla parte opposta la prima alternativa è Radu che dopo anni di titolarità siede in panchina, inevitabile la sua bocciatura dopo i disastri delle prime giornate. Sembra invece finito nel dimenticatoio Braafheid, dopo aver rinnovato il contratto quest’estate, l’olandese è finito nel dimenticatoio. L’ex Bayern l’anno scorso dimostrò per lunghi tratti di poterci stare in questa squadra, ma adesso sembra non godere più della fiducia del tecnico.

A centrocampo è stato fondamentale il ritorno di Biglia che con Parolo forma una diga in grado di rompere e poi costruire subito il gioco. Gioca molto di più in verticale adesso la squadra, che con i lanci lunghi dell’argentino riesce a sfruttare di più la rapidità degli esterni. Rivalutato a pieno Onazi, titolarissimo in Europa League, dove è andato anche in gol. Chi continua a non convincere pienamente in questo avvio è Cataldi. Il prodotto del vivaio biancoceleste ad inizio stagione era diventato a tutti gli effetti vice-Biglia, ma fino ad’ora in assenza del Principito il tecnico ha fatto altre scelte.

Sulla trequarti grande abbondanza: si è ripreso con prepotenza il posto Felipe Anderson, che in assenza di Candreva è tornato sulla fascia destra, dove riesce sempre ad essere devastante. Sulla parte opposta si stanno alternando Kishna e Keita. Lo spagnolo è la vera arma in più in questo momento. La sua rapidità sta diventando un fattore, ha risolto le partite di Verona e contro il Frosinone portando 6 punti alla sua squadra. Il ruolo dietro la punta è di Milinkovic, complici le sue ultime prestazioni e un Mauri fuori condizione, il serbo si è conquistato la maglia da titolare. Con gli infortuni di Matri e Klose, l’unico terminale offensivo in queste partite è stato Djordevic, costretto agli straordinari. 2 gol fatti, uno annullato e un assist, ottimo il suo bottino fino ad ora. A Sassuolo il serbo non ci sarà,a causa della lesione all’adduttore rimediata contro il Frosinone, ma lascerà con il rientro degli altri due Pioli può stare tranquillo.

Bastava solo rimettere i pezzi al proprio posto, adesso il puzzle della Lazio sembra essere quasi perfetto.

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