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Lazio, l’ex Siviglia: «Ottavi frutto di lungimiranza, onore alla Lazio. Migliori emergenti? Italiano e Juric»

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Ai microfoni di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio, ha parlato l’ex difensore della Lazio, Sebastiano Siviglia. Ecco le due dichiarazioni.

Sulla Lazio agli ottavi di Champions League: «Questo traguardo è figlio di chi ha avuto lungimiranza, come Lotito, di chi ha costruito pezzo dopo pezzo la squadra come Tare, e di uno che ormai si trova a Roma da quando ha vent’anni, come Inzaghi. Questi tre pilastri hanno dato vita ad una rinascita: essere tra le prime sedici d’Europa è straordinario, onore a loro».

Su Tare tra i migliori ds in circolazione: «Non lo immaginavo. Tanta roba, non me l’aspettavo: comunque Igli è uno che parla perfettamente quattro lingue ed ha una mentalità molto aperta. Conosco la persona, ma non si può sapere inizialmente quali siano visioni e tendenze, penso però che abbia stupito tutti: i risultati del suo lavoro si vedono. Il punto però sta nel fare squadra: quello fa la differenza, e lui è riuscito a farlo sia con Lotito che Inzaghi. Lui riesce a dare senso d’appartenenza e a far tirare fuori valori importanti per far remare i suoi tutti nella stessa direzione. Le sue mi sembrano scelte giuste, e voglio dargli grande merito per aver raggiunto questo livello. Sono anni che lavora bene, ed è riuscito a decentrare il potere su Simone Inzaghi dal punto di vista tecnico, provando a sfruttare le risorse messe a disposizione da Lotito».

Sul consiglio che darebbe all’interessante giovane della Juventus Portanova: «Sono stato uno di quelli che ha voluto Manolo alla Lazio, e dalle prime volte che l’ho visto ho notato una determinazione spaventosa. Gli consiglio di avere pazienza, questo è un momento delicato della sua carriera. So che ogni giocatore vuole giocare, anche se davanti ha gente come Bentancur o Arthur o di chi c’è. Non deve avere la fretta di voler scappare da certe situazioni, ma attendere il suo momento. Di margini di miglioramento ne ha tantissimi, sia tecnicamente che tatticamente».

Sul miglior talento emergente della Serie A in panchina: «Italiano dello Spezia, ci ho giocato insieme a Verona e mi sta davvero colpendo la convinzione con cui la sua squadra scende in campo. Ha una maturità calcistica sorprendente, la sua identità è chiara, c’è un 4-3-3 molto elastico e dinamico. Poi dico Juric, che pure con una squadra rivoluzionata anche quest’anno sta facendo bene, ma Italiano è la vera novità».

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