Guardia alta, gomiti stretti, sguardo fisso.
Lazio e Marsiglia si studiano come due boxeur sul ring dell’
Olimpico. Occhi negli occhi. La testa pronta a schivare, le gambe a ripartire. C’è tensione, il match è bloccato: bisogna vincere ad ogni costo, ma le porte sono inviolate. 15 minuti, poi 30, ancora 0-0. Le iniziative biancocelesti perdono di entusiasmo in area nemica, i francesi finiscono all’angolo ma non incassano il colpo del ko. La guardia è sempre alta e la difesa attenta. Ma il temperamento non cambia, il coraggio non si esaurisce e la determinazione apre la strada ad un campanile perfetto disegnato da
Immobile. Una parabola che s’innalza verso il cielo e riscende forte delle speranze di mister, panchina e tifosi. La sfera trova i capelli neri di
Parolo, poi la durezza della testa, l’incornata perfetta ed è 1-0.
Marco ha assestato un diretto preciso, in quello spazio stretto, ha rotto la difesa ed il
Marsiglia finisce all’angolo a pochi secondi dalla campanella, privo di sensi.