L’ennesima sconfitta contro una big, l’ennesimo primo tempo regalato all’avversario, l’ennesima occasione persa per mostrare di non avere paura di nessuno
Manca il coraggio, quello di osare, quello intelligente, rischioso, ma che a volte ti permette di fare quello che non faresti mai. Questo è ciò che manca, è mancato ieri ma non solo. Presentarsi al San Paolo con “coraggio” sarebbe stato il primo passo per dire si non siamo forti tecnicamente come il Napoli, nonostante 4/11 della squadra di Ancelotti ieri fossero riserve, ma possiamo giocarcela perché noi siamo la Lazio.
Quello che è successo è invece esattamente il contrario, la cautela, l’aspettare l’avversario, l’essere remissivi non paga mai e sopratutto se hai già provato questo metodo e non ha mai portato risultati perché continuare sempre sulla stessa linea?.
Il risultato è bugiardo perché il
2-1 potrebbe far pensare a una gara combattuta cosa che per la maggior parte non è stata: dominio nel primo tempo, tre legni, un uno-due micidiale in tre minuti che fa capire quanto la
Lazio psicologicamente non regga la pressione del confronto con una ‘big’. Poi il gol di
Immobile ha riacceso le speranze, Rocchi ci ha messo del suo nell’ espulsione di Acerbi ma diciamocelo con onestà, la Lazio il pareggio non lo avrebbe meritato. Eppure basterebbe un po’ di coraggio, quello di mettere in campo
Correa dal primo minuto, perché l’argentino quanti altri numeri deve avere per convincere il mister che è lui il titolare?. Anche ieri ha cambiato la partita, ma è sempre troppo tardi, è sempre andare a cercare di mettere una toppa e così non si va lontano. Mentre le dirette concorrenti hanno risalito la china e chi più chi meno si è rinforzato la Lazio deve ancora capire chi è veramente, qual è la sua identità, dove vuole arrivare e in che modo. Alla fine poi basterebbe almeno metterci coraggio, almeno.