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Lazio, Pandev: «Quella maglia era un sogno. Lotito con me ha sbagliato»

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L’ex biancoceleste è tornato a parlare in una lunga intervista della sua esperienza vissuta a Roma e di alcuni ricordi negativi

Goran Pandev con la maglia della Lazio ha trascorso alcune stagioni bellissime: idolo dei tifosi, bomber della squdra (insieme a Rocchi) e tanta voglia di vittoria. Poi però, qualcosa si è rotto: il rinnovo che non arriva, il litigio con il presidente Lotito, fino ad arrivare all’esclusione dalla rosa. Tutte queste tappe sono state ripercorse dal macedone in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di calciomercato.com. Come prima cosa, però, l’attaccante ha speso belle parole per un ex allenatore biancoceleste:

«Forse la persona che più mi ha fatto crescere è mister Delio Rossi, negli anni della Lazio. Ho imparato tante cose con lui».

L’ARRIVO A ROMA – «Sono arrivato quando è cambiata la proprietà, con Lotito. Vestire quella maglia era un sogno, seguire il percorso di tanti campioni della mia terra, come Boksic, Mihajlovic, Stankovic. Mister Delio mi ha dato fiducia, quelle stagioni sono state irripetibili. Ogni anno facevo gol e assist, mentre Lotito rinnovava il contratto ad altri giocatori il mio restava invariato. Anno dopo anno. Volevo continuare la carriera alla Lazio, invece ci siamo lasciati malissimo. Mi sono sentito preso in giro e quando infine il presidente ha proposto il rinnovo, era tardi, il nostro rapporto non era più lo stesso. Sarò ingenuo, ma non pensavo di finire fuori squadra per aver chiesto la cessione. Col senno di poi credo che il presidente abbia commesso un errore nella gestione dei rinnovi e un altro dopo più grave soprattutto per orgoglio».

FUORI ROSA – «Sono successe cose brutte, che non mi va di ricordare. Restare fuori rosa in quei sei mesi senza potermi allenare in gruppo, senza calciare un pallone o salutare i miei compagni, mi ha fatto molto male perché negli anni precedenti avevo dato tutto per quella maglia. E veramente mi dispiace. Alla Lazio ho fatto 5 anni bellissimi, me li ricorderò tutta la vita. Che dire, non tutto va come s’immagina. Quella difficoltà forse mi ha reso più consapevole e maturo. Anche fuori rosa, senza una persona ad allenarsi con me, non ho mai smesso di lavorare per mantenere forza e resistenza, ma non è stato facile».

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