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Lazio, solito problema in difesa: Patric bocciato e Vavro nuova incognita
Lazio, la maledizione del difensore di destra torna a presentarsi: Patric evidentemente poco utile, Vavro si aggiunge al gruppo delle incognite
Siamo di fronte al calcio di fine estate. Calciatori con gambe imballate, meccanismi tattici da assimilare, nuovi volti ancora da integrare. Non dovrebbe essere il caso della Lazio, (la squadra titolare per 10/11 è uguale a quella della passata stagione), che eppure ne esce dal “Paolo Mazza” di Ferrara con tanti dubbi e qualche certezza in meno. Anzi, una sicura certezza rimane, ma è tutto meno che positiva: la difesa era in passato ed è ancora nel presente un problema. L’arrivo di Vavro al posto di Wallace avrebbe dovuto fornire al reparto arretrato un elemento affidabile, però non è stato così. Almeno fino a questo momento. La condizione fisica non ottimale è una giusta scusante per un difensore della sua stazza, i limiti tecnici assolutamente no. Se ne sarà accorto anche mister Simone Inzaghi, che contro la Roma ha evitato di mandarlo in campo dopo l’infortunio di Luiz Felipe (ha preferito Bastos) e ieri lo ha inserito al posto di un Patric ammonito e a rischio espulsione.
APPROPOSITO DI PATRIC – Sparare sentenze su Vavro alla terza giornata di campionato è certamente scorretto. Lo slovacco ha bisogno di ambientarsi e di raggiungere una forma atletica migliore, le prime uscite restano comunque poco incoraggianti. E che dire poi di Patric. Uno che di sentenze ne ha subite tante. A luglio fuori dal progetto societario, lo spagnolo a stagione in corso con puntualità si trova costretto ad essere utilizzato. Ma la stima nei suoi confronti è ormai poca, lo si nota dalla preoccupazione di Inzaghi nel sostituirlo al terzo minuto della ripresa per evitare di rimanere in dieci uomini. Un cambio totalmente sprecato, se si pensa che l’ingresso di Vavro ha dato fiducia alla Spal e solo altre preoccupazioni ad Acerbi & Co.. Insomma, un nuovo campionato inizia a prendere forma, la maledizione del terzo difensore però resta.
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