2013

Lazio-Roma, “c’eravamo tanto odiate”: il derby femminile dalla A alla Z

Pubblicato

su

Se fosse una scenografia romantica, o meglio comica, l’apertura cinematografica di Lazio-Roma sarebbe da “c’eravamo tanto odiate”. Ma di romantico, anche quando in campo ci sono ventidue ragazze, il derby del Cupolone ha ben poco. L’aquila contro la lupa, Testaccio contro i Parioli: giallorossi e biancocelesti possono incarnare tutto, purché sia “contro”.
Sotto di un punto in classifica rispetto alla Roma, che le ha scavalcate domenica scorsa grazie alla vittoria sull’Acese a alla contemporanea sconfitta della Lazio a Bari, le ragazze di mister Ashraf Seleman tentano il contro colpo domani, nell’anticipo dell’ottava giornata di serie B femminile. Un derby è sempre un derby, e figurarsi se è in ballo l’alta classifica. Per questo e mille altri motivi e statistiche che abbiamo cercato di riassumere in ventuno lettere l’appuntamento di domani si preannuncia più che piccante.

A come AMICI(?): anzi, siamo sinceri e, perdonateci laziali, ma bisogna tirare in ballo Venditti: A come AMICI MAI. Figurarsi “amiche”! Non crediate che la stracittadina fra ragazze sia da “femminucce”: ve lo garantisco, a veder le facce e a sentire i commenti Radu e De Rossi sarebbero intimoriti.

B come BARI: sappiamo che non vorreste fosse così ma in realtà, romaniste e laziali, una cosa in comune ce l’avete: entrambe avete collezionato una sconfitta stagionale con la formazione pugliese, unica squadra in grado di farlo. Con due gol di di scarto sulle giallorosse ed uno (allo scadere) sulle biancocelesti.

C come… C come “coppainfaccia”, o come Capitano; C come cupolone da conquistare, Capitale da inorgoglire; C come Cicerone e Catone, perchè anche gli antichi romani nella disputa fra lupa e aquila fanno comodo. C come Classica! C come…troppe cose. Scegliete voi.

D come DIFESA: fattore dirimente per le biancocelesti, miglior difesa del campionato, che possono contare su centrali di buon livello. Però, diciamocelo, il derby è una cosa a parte! Via le statistiche: questa è la partita del “possiamo pure prendere quattro gol”. A patto che poi ne segniamo cinque.

E come EMOZIONE: quella di sentire gli occhi della gente sugli spalti verso di te, che intanto scambi sguardi d’intesa con le tue compagne a dire: “non so se porteremo a casa la vittoria, ma io darò novanta minuti con tutto il mio cuore”.

F come FORTINO: non avrà la stessa capienza dell’Olimpico, ma v’assicuro che senza la pista d’atletica si vede pure meglio. E al campo “A. Sbardella”, cioè in casa, la Lazio colleziona solo vittorie da sette mesi esatti.

G come GIOVANISSIMA: la rosa della Lazio, con un’età media di 19 anni, pullula di entusiasmo e gioventù. Per le biancocelesti regolarmente in campo elementi classe 1997 e 1996, tanto interessanti da aver recentemente attirato l’attenzione dei talent della nazionale.

H come HIGHLANDER: sono tante ma non tutte le ragazze che sono state presenti in ogni giornata del campionato, segno che lo spazio per la rotazione, se necessaria, c’è eccome.

I come IMBATTIBILITA’, quella che entrambe le squadre hanno fra le mura cittadine. Domani, anche se formalmente la Roma sarà in trasferta, qualcuno potrebbe smarrirla.

L come LUPA contro AQUILA: la disputa eterna fra chi rappresenti al meglio la Capitale si gioca fra questi due simboli della Roma antica, costantemente retrocessi dai rispettivi denigratori in “cagna” e “piccione”. Per dirimere la questione son stati finanche scomodati i vari Caio Mario, Romolo, Remo, Catone e via dicendo. Che poi, pensate alla povera Roma: voi sareste contenti se vi paragonassero ad un animale?

M come MEGLIO UN GIORNO DA…: laziale che cento da romanista. O viceversa, per chi è dall’altra parte della barricata.

N come “NUN DITE CHE SEMO CUGINE!”: che già ci devo spartire la città con queste qua, il sangue non ce lo voglio dividere proprio.

O come ORGOGLIO: la vera posta in palio della stracittadina fra Lazio e Roma non sono i tre punti, ma l’orgoglio cittadino. Per cosa, altrimenti, si correrebbe dietro al pallone con il triplo della voglia rispetto al consueto?

P come PROMOZIONE: che nessuno pronunci quella parola! Stare rispettivamente al secondo e al terzo posto autorizza a tutto, fuorché a millantare obiettivi del genere. Gli sportivi per queste cose son scaramantici che più scaramantici non si può. Meglio dire: P come piedi per terra.

Q come “QUANNO VE PASSA!”: chiunque vinca, può dirlo. Vae victis, guai ai vinti: passerà, forse, solo al derby successivo. A patto che lo si porti a casa.

R come RAZIONALITA’: la componente più lontana dal derby in assoluto. Se è derby, è solo emozione.

S come SELEMAN: il mister biancoceleste che, al ritmo di “testa e cuore”, sta spingendo le sue giovani ragazze verso qualcosa di veramente grande.

T come TANAS: è il luogo. L’appuntamento è domani, ore 14, e non avete scuse: non è tempo da mare, non c’è la serie A, non scommettete sulla serie B che tanto una la sbagliate sempre, la Premier inizia alle 16, il sabato non si studia, la fidanzata o il fidanzato non ce l’avete… E se ce li avete portateli. Ci sarà da divertirsi!

U come UNDICI, i gol che la Roma ha segnato in più rispetto alla Lazio. Ventotto a diciassette il parziale alla settima giornata. La formazione biancoceleste, tolto il 6-1 tennistico rifilato alla Ludos Palermo, non ha mai segnato più di tre gol, stentando spesso a trovare la rete nonostante le molteplici occasioni costruite.

V come VANTAGGIO: che non è soltanto, per par condicio, il nome dell’allenatore giallorosso, ma un ulteriore motivo per caricare la sfida: una delle due squadre, vincendo, ne conquisterebbe un po’ rispetto all’avversaria. E considerando che il calendario d’ora in poi, sino alla pausa natalizia, è piuttosto agevole per entrambe, non è un fattore da sottovalutare.

Z come ZERO, i pareggi agguantati dalla Lazio in questo inizio di stagione. Nessun impatto per la aquilotte, che sinora hanno collezionato cinque vittorie e due sconfitte, entrambe esterne.

Exit mobile version