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No Immobile no party: la Lazio dipende dal suo bomber
La Lazio è stata sconfitta dal Bologna. Una gara nata storta e proseguita peggio. Molto pesante, forse troppo, l’assenza di Immobile
La Lazio è stata una delle delusioni della settima giornata di Serie A. Ci si attendeva una squadra che potesse proseguire sulle ali dell’entusiasmo per il grande derby vinto contro la Roma e sulla vittoria in Europa League contro la Lokomotiv Mosca, e invece il volo dell’Aquila non c’è stato. Ali chiuse. Spezzate dal Bologna dell’ex Sinisa Mihajlovic che ha vinto la battaglia con un perentorio 3-0. Non è solo questione di Sarrismo. E’ questione di mentalità, di stimoli, di cattiveria. Sarri deve costruire la mentalità vincente all’interno dello spogliatoio. La Lazio si è sentita appagata e ha sbagliato incredibilmente approccio con il Bologna. I rossoblù, reduci da una settimana di ritiro, hanno cannibalizzato la partita, sin dai primi istanti. Prima la magia di Barrow, poi il 2-0 di Theate ancora una volta su calcio d’angolo e infine il tris nella ripresa di Hickey.
No Ciro, no party: l’importanza di chiamarsi Immobile
A nulla è valso lo sterile possesso palla laziale, con gli uomini di Miha, forti del doppio vantaggio dopo nemmeno 20 minuti, rintanati nella propria metà campo, pronti a ripartire e bravi a non concedere spazi. Hanno deluso tutti i big, compreso Acerbi espulso nel finale, compresi Luis Alberto e Milinkovic-Savic che continuano ad accendersi a intermittenza. Ma la Lazio ha pagato anche l’assenza di Ciro Immobile. E non è la prima volta che accade. Da quando è in biancoceleste, senza di lui la Lazio ha giocato 26 partite, perdendone 12. Delle 15 reti messe a segno in questa stagione dagli uomini di Sarri, 6 portano la firma di Ciro, capocannoniere della A con Dzeko e vice-capocannoniere dell’anno solare 2021 con 17 reti. Insomma, è impossibile rinunciare a lui. E questo si sapeva. Ma a deludere è stato il vice Immobile, Muriqi, un corpo estraneo nella Lazio, un investimento che, almeno sin qui, si è rivelato sbagliato. Era necessario vendere Caicedo? No Ciro, no party. E visti i numeri, occorre rimediare.