2013

Lazio-Udinese, da tre anni è la sfida infinita

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Udinese 63, Lazio 61: ultimo turno di campionato, i friulani impegnati a San Siro contro l’Inter e i biancocelesti al Nereo Rocco di Trieste contro il Cagliari, in ballo c’è quel quinto posto che vale l’accesso alla prossima edizione dell’Europa League. E’ da ricordare come la squadra di Petkovic – in caso di esito negativo nel prossimo weekend – avrebbe quale ulteriore chance la finale di Coppa Italia per centrare la qualificazione europea.

I PRECEDENTI: MALEDIZIONE COMUNE – Incredibili le contese degli ultimi due anni, con il premio rappresentato dalla ancor più nobile partecipazione alla Champions League: nella stagione 2010-11 – con quattro posti utili per accedere alla principale coppa europea ancora a disposizione per il sistema Italia – Udinese e Lazio si ritrovarono appaiate a 66 punti, con la squadra di Guidolin che la spuntò grazie al vantaggio accumulato negli scontri diretti ma che poi non ebbe accesso alla Champions League dopo la sconfitta rimediata dall’Arsenal nei preliminari. La storia si è ripetuta nella scorsa stagione, così come la maledizione di entrambe: tre piazze disponibili per qualificarsi alla coppa con le orecchie, Udinese 64 punti e Lazio 62, con i friulani ad accedere al turno preliminare – e perdere ancora dopo la beffa firmata Braga – e le speranze dei biancocelesti nuovamente frustrate dalla squadra di Guidolin.

I MERITI DELL’UDINESE – Un girone di ritorno strepitoso, soprattutto nella sua ultima parte: undici vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte, sette i successi consecutivi dalla dodicesima giornata ad oggi che hanno decisamente rilanciato le ambizioni della banda Guidolin quando invece i piani stagionali sembravano ridimensionati rispetto alle grandezze degli ultimi due anni. L’Udinese ha inevitabilmente sofferto – nella prima fase del campionato – lo choc motivazionale seguente alla seconda eliminazione consecutiva ai preliminari della Champions League: quando tutto sembrava precipitare – persino la permanenza di Guidolin sulla panchina bianconera – proprio il lavoro meticoloso del tecnico bianconero in termini di valorizzazione dell’organico e di proposta calcistica ha decisamente invertito la tendenza. Un unico difetto? La difficile coesistenza tra Di Natale e Muriel. Impensabile rinunciare al fenomeno Totò – per la quarta stagione consecutiva sopra i venti gol – ritenuto da Guidolin una prima punta al pari di Muriel e, per questa ragione, dalla complessa convivenza. Ne ha fatto più volte le spese l’astro colombiano che, nonostante la mancata ricerca di una reale alternativa tattica, ha sfruttato al massimo lo spazio a disposizione realizzando ben dieci gol in metà stagione dopo l’infortunio all’anca che lo ha estromesso dai campi per l’intero girone d’andata.

I MERITI DELLA LAZIO – Potrebbe dirsi di una stagione opposta rispetto a quella condotta dall’Udinese, perché la squadra di Petkovic ha brillato nel girone d’andata salvo crollare nella fase di ritorno e compromettere almeno in parte un campionato il cui esito sembrava poter essere differente. La Lazio ha segnato poco nella seconda parte dell’anno perché ha faticato a trovare soluzioni alternative all’apporto garantito da un Klose non più giovanissimo in termini di realizzazione. Valdimir Petkovic ha avuto un eccellente impatto sul campionato italiano dimostrando di non aver bisogno di tempi d’adattamento, ma probabilmente l’apprezzabile tentativo di condurre concretamente la stagione sui tre fronti ha palesato limiti di organico in quantità e qualità sui quali la società dovrà inevitabilmente intervenire in caso di accesso alla prossima Europa League. La sensazione è quella che negli ultimi novanta minuti gran parte della contesa possa giocarsi in quel di San Siro: non c’è due senza tre – recita un noto proverbio – ma la Lazio proverà a sfatare il tabù (maledizione) Udinese.

Calcionews24.com

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