2015
Lazio, un poker per continuare a sognare la Champions
Parola d’ordine? Assalto. Quattro partite da qui alla Juventus: Torino, Hellas Verona, Cagliari ed Empoli. Dodici punti in palio, prenderli tutti sarebbe il massimo. La Juventus sarà affrontata il 19 aprile in trasferta, bisognerà arrivare a quel giorno vantando una classifica d’oro, senza mollare il terzo posto, sbirciando il secondo. Come riporta Il Corriere dello sport, il Toro è un osso duro, l’Hellas sarà ricevuto all’Olimpico, in Sardegna ci sarà Zeman, l’Empoli (in casa) andrà affrontato con attenzione. Non sono sfide proibitive, sono sfide abbordabili (sulla carta). Una Lazio da Champions, sulla falsariga di quella che ha stordido e schienato la Fiorentina, può tutto, deve solo aver paura di se stessa, delle sue amnesie, dei suoi vuoti mentali, dei suoi autogol. Le quattro gare in questione saranno affrontate nel giro di un mese (o poco meno) osservando la pausa (arriverà dopo Lazio-Hellas Verona). Pioli ha un doppio piano: vuole racimolare più punti possibili, vuole recuperare gran parte degli infortunati (Lulic è pronto, s’attende Gentiletti, poi sarà la volta di Djordjevic). Terzo posto o secondo posto? E’ presto per dirlo. Ci sono tanti fattori da considerare, alcuni non dipendono dalla Lazio. Roma e Napoli sono ancora in corsa in Europa, la competizione toglie energie. Roma e Napoli sono le squadre che la Lazio affronterà nelle ultime due giornate di campionato, con tutta probabilità saranno decisive, andranno vissute come due finali. Ecco perché la Lazio deve sfruttare i prossimi quattro impegni di campionato al meglio. Nel conto va considerata anche la Coppa Italia, il match di ritorno della semifinale contro il Napoli (si giocherà l’8 aprile, a cavallo tra la gara di Cagliari del 4 aprile e la partita contro l’Empoli del 12 aprile).
Parola d’ordine? Champions. E’ la stagione giusta per crederci e per centrarla. C’è organizzazione, c’è qualità, c’è convinzione. La Lazio è tornata competitiva, fa di nuovo paura. Il successo contro i viola ha spaventato la concorrenza, è valso anche come avvertimento. «Si può sognare in grande», ha detto Pioli. Si può sognare davvero, l’importante è farlo con giudizio e coscienza. Parola d’ordine? Maturità. E’ mancata più volte, si dovrà dimostrare da qui a fine maggio (meglio a giugno considerando la finale di Coppa Italia).
Quattro gare da cogliere al volo, prima c’è da pensare al Torino, alla 120esima sfida tra granata e biancocelesti. Il pareggio è il risultato più frequente, s’è ripetuto 51 volte (37 sono i successi del Toro, 31 quelli dei laziali). La Lazio ha perso solo due degli ultimi 13 confronti con il Toro in A (cinque vittorie, sei pareggi, è il resto dello score). Occhio però ai granata, lo sa anche Pioli, hanno fatto gol alla Lazio in tutte le ultime sette sfide di campionato. Il match regala sempre emozioni e reti: 2,38 a gara, è questa la media degli incontri del passato. In trasferta, contro il Toro, serve una scossa: ha vinto gli ultimi due confronti, ha sfruttato il fattore casalingo. La Lazio è rimasta a secco di gol in tre delle ultime quattro gare giocate a Torino. In casa gli uomini di Ventura sono imbattuti da sei turni di campionato (tre vittorie, tre pareggi). La Lazio viene da quattro successi consecutivi (un solo gol subito): l’ultima volta che ha messo in fila cinque vittorie in A risale all’ottobre 2010. Il Toro ha subito sette gol nelle ultime sei gare di campionato ed è andato in gol in tutte le ultime nove giornate, è una squadra che gioca e rischia. Pioli dovrà stare attento, dovrà impostare una gara intelligente. All’Olimpico i granata non hanno subito gol in cinque delle 13 gare fin qui disputate. In Coppa Italia, a gennaio, andò benissimo alla Lazio (vinse 1-3, si disputavano gli ottavi di finale).