Hanno Detto
Lazio Women, Piemonte: «Sono qui per aiutare la squadra, portare la mia esperienza al servizio delle compagne»
Le parole di Martina Piemonte, attaccante della Lazio Women: «In campo sono una bestia. Mi trasformo, non sento neanche le persone»
Martina Piemonte, calciatrice della Lazio Women, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club. Di seguito le sue parole.
LAZIO – «Ho sempre detto che sono venuta qui per aiutare la squadra, sono contenta che i miei gol possano finalmente aiutare la squadra. Fondamentalmente è quello che devo fare, non devo fare altro ed è arrivata anche l’ora. Quanto mi sento migliorata? Sicuramente arrivo con un bagaglio importante, ero una ragazzina a cui serviva girare. La Spagna mi ha aiutato a livello tecnico e a crescere, l’Inghilterra mi ha dato un’impronta più seria. Ora il mio obiettivo è portare la Lazio in alto più che posso, è fare quello che non ho mai fatto. Crederci perché ho sempre voluto rimanere in una squadra, la gente non sa che ne ho cambiate tante ma non per scelta mia. Vorrei fare alla Lazio quello che non ho mai fatto. Quello che ho sempre cercato è stabilità e voglio trovarla qui».
SERIE A – «Campionato italiano? Sicuramente è cresciuto tanto, poi ciò che mi piace del nostro mister è che insegna il calcio. Ne ho girate di squadre, ma lui ci sta insegnando a giocare a calcio. A livello tattico lo stiamo dimostrando in campo, qua in Italia è quello che fa la differenza. In Inghilterra è tutta tecnica, in Spagna tutta corsa. Nonostante in Italia stiamo un po’ indietro, stiamo crescendo».
CARATTERE – «Se in campo sono diplomatica? No, sono una bestia. Mi trasformo, non sento neanche le persone e quello che dicono fuori. La partita contro la Sampdoria o Sassuolo, è stata espulsa una giocatrice ma io non me ne ero accorta. Quando il mister nei giorni successivi ci ha detto “beh eravamo anche una in più”, ho detto “Cacchio ma quando?”. Sono nel mio mondo, non mi rendo conto di cosa succede».
RIGORI – «Il primo rigore contro il Milan, Giuliano mi conosceva da tempo e ho tirato 12 rigori al Milan non ne avevo mai sbagliato uno. Sapeva che tiravo lì. Il secondo rigore, ero scioccata. Ha fatto male, ero a Firenze e sono rimasta chiusa in hotel. Stavo male. Il momento più difficile? Ho fatto gli anticorpi, quando ero alla Fiorentina volevo smettere di giocare a calcio. Io faccio anche kickboxing. Vado da Barone e gli dico sono stanca di giocare, smetto. Sono tornata a casa una settimana e ho detto “perché devo smettere se non è una mia scelta?”. Sono tornata e sono finita fuori rosa, mi sono allenata da sola con Patrizia Panico».
2024 – «Che mi porto del 2024? Il momento che sono arrivata da Liverpool, la partita contro la Roma in cui avevo l’ansia e non parlavo. Scendiamo in campo e a fine partita ho pianto talmente tanto, è stato tutto di corsa, che ho buttato fuori tutto. Poi, il gol contro il Sassuolo in cui ci siamo abbracciate tutte. A livello personale, ora che sono tornata dalla mia famiglia. Mamma e le mie sorelle sono il mio punto di riferimento».
SCONFITTE – «Cosa ci hanno insegnato queste sconfitte? Ci hanno fatto capire quanto siamo forti, da una neopromossa non ci si aspettava tutto questo. Siamo state brave e abbiamo alzato l’asticella, abbiamo capito l’importanza delle partite che ognuna dobbiamo viverla come l’ultima. Le affronteremo con consapevolezze dopo tutto questo. Sono scaramantica, entro in campo sempre come se fosse l’ultima. A livello personale l’obiettivo è fare gol, ovvio. Ma basta che vinciamo».