2014

Le ambizioni di Candreva: “Mondiale, scudetto, Champions, perchè non esagerare coi sogni?”

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AGGIORNAMENTO 16/06 ORE 20.01 – Dopo le anticipazioni, ecco l’intervista completa di Antonio Candreva a Calcio2000:

Dove ha iniziato a diventare Candreva?Una storia semplice: il campetto, quattro zaini come porte, il laghetto vicino all’Eur e via di calci, via di sogni”.

E’ dove la sua famiglia vive ancora. “Un valore per me fondamentale. C’è grande unione tra di noi, ho una sorella più grande con cui ho anche un rapporto splendido”.

Che rapporto hanno i suoi con la sua celebrità, con il suo lavoro?Mia madre pensa più alla mia salute che al calcio. Però mi ha sempre seguito, sin da piccolo, come mio padre, sia nella mia crescita da adolescente che come calciatore”.

Nella sua vita ora c’è anche la piccola Bianca.E’ splendido vederla crescere: ha tre anni e voglio seguirla quotidianamente, godermela, dedicarle più tempo possibile”.

Lei e il calcio. “Nasce come per tutti, come una passione di quartiere. Poi inizio col Tor De’ Cenci e da lì mi sceglie la Lodigiani. E’ stato un periodo bello ma pure complicato, come per tutti: perdi alcune amicizie, perdi le uscite con le ragazze, perchè ti dedichi anima e cuore al pallone. Lì, e ancor di più a Terni”.

Così, lascio casa.Comunicarono ai miei genitori l’interesse della Ternana: il ds Mecozzi andò lì e con me, che ero giovanissimo, anche altri giocatori”

Lontano da Roma, lontano dal cuore. “Però è stata un’esperienza splendida, formativa. Importante. Lì ho trovato mister Tobia, che è stato fondamentale per la mia crescita. ed anche nei momenti più duri, potevo comunque sempre contare sull’apporto della mia famiglia. Tobia, poi, per me è stato importante come allenatore ma anche come guida. Ci trattava da adulti, era abituato a guidare una squadra di persone mature ed una volta pensai pure di andarmene”

Storia non inusuale, nel pallone. “Mio padre venne a Terni e mi disse di decidere cosa fare. Restai. E’ sempre stata una figura importante, fondamentale, nella mia vita. Sarà scontato, già, però per me è così”

Ha la barba da duro, ma il cuore tenero. Di uno che è legato alle proprie radici.Anche nei rapporti con i compagni, se devo dirla tutta. Quelli a cui sono rimasto legato ora giocano nelle serie inferiori e sono i miei migliori amici: Leone, Di Domenico, Casagrande, Ciavarella e Tartaglione”.

Nel convitto di Terni, aveva il poster di qualche calciatore alla porta? Un modello, insomma. “No, mai avuti. Mi sono sempre piaciuti i giocatori capaci di fare la differenza. Non ho avuto modelli, non ho mai guardato in particolare chi faceva gol poi. Meglio un doppio passo, un colpo ad effetto, un passaggio smarcante. Per questo, come riferimenti, ho sempre guardato a Zidane e Kaka”

Salute. Intanto con la Ternana esordiva in Serie B, poi vestiva la maglia dell’Udinese e da lì un’altra tappa importante per la sua crescita. Livorno. “Più fondamentale che importante. Abbiamo conquistato la promozione in A ed ho segnato pure la prima rete tra i professionisti”.

Chiuda gli occhi. Ricordiamola insieme.Tavano dalla destra salta un uomo, crossa in mezzo ed io, con un mezzo pallonetto, con un tocco sotto, scavalco Bassi in uscita ad Empoli dopo pochi minuti dal via”

E’ li che ha detto ce la posso fare? “Credo che il mio sia stato un percorso normale. Mi spiego: le emozioni non si possono rivivere, ma sono una persona umile, ho sempre vissuto ogni traguardo come un punto di partenza. Non ho esordito in A dicendo “ce l’ho fatta” e lo stesso dopo la prima in Nazionale”

La sua carriera è stata costellata anche di alti e bassi. Concorda? Magari crescendo si arriva ad un equilibrio psico-fisico che quando sei giovane è difficile avere, ma ripeto, io cerco ogni giorno di fare meglio. Sono un perfezionista quindi mi vado a rivedere spesso le partite e lavoro su quello che reputo ancora migliorabile”.

Sull’onda delle prestazioni e delle avventure, il tutto è riassumibile con una parola. Juventus. E’ arrivata troppo presto? Ho pagato forse  un po’ di immaturità calcistica. La squadra non stava andando benissimo e non trovavo grande collocazione tattica. Però è stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo”.

Come nacque?Tutto in fretta, fu una chiamata inattesa. Era gennaio 2010, ero da poco in Serie A. Andrea Moretti, il mio agente, mi chiamò. ‘Prepara le tue cose, monta in macchina e vieni a Milano’. Feci il viaggio in silenzio, pensando e riflettendo”.

L’aspettavano Del Piero e gli altri. “Vi immaginate? Del Piero, Trezeguet, Cannavaro, Buffon. Mi allenavo con persone e calciatori incredibili, che mi hanno anche voluto bene da subito. Tifavamo insieme le italiane in Champions ma, chiaramente, soffrivamo nel non esserci noi. Loro, soprattutto”

L’Udinese la gira poi al Parma, al Cesena, poi arriva la Lazio. E’ il 2012 e lei è considerato l’uomo che trasforma i fischi in applausi. “Di me si dicevano tante cose, su tifo, appartenenza e altro su cui già è stato detto, scritto e raccontato tutto. La verità è che volevo dimostrare chi ero e chi potevo essere e non mi sono tolto nessun sassolino dalla scarpa. Anzi. E’ un’avventura splendida quella che ho vissuto sinora in maglia biancoceleste”

Ha vinto pure la Coppa Italia. “Non ho avuto troppo tempo per festeggiare, ahimè. Ero in Confederations, ma comunque subito dopo la vittoria abbiamo celebrato abbastanza”.

A proposito di avventure con le maglie azzurre: ha vissuto anche le Olimpiadi.Ero tra le riserve dei titolari, poi Tommaso (Rocchi, ndr) s’infortunò ed il mister scelse me. E’ stata un’esperienza bellissima, anche perchè non so se parteciperò più a un’Olimpiade. Noi calciatori siamo ‘gli altri’ ad una kermesse del genere. E’ bello, bellissimo: c’è una mensa unica, tutti gli atleti pranzano insieme, ci sono cucine di ogni tipo. Ho pure incrociato Federer, che per me è un vero idolo”

Ci permetta: magari non lo conosceva. “No, no, era lui la celebrità, chiaro! Ho avuto il piacere di conoscere lui e Nadal, anche successivamente, è stato emozionante, per me che sono un appassionato di tennis”.

Colleziona maglie, per caso?La più bella è quella di Iniesta, della Confederations Cup. E spero di avere presto quella di Gerrard, dell’Inghilterra…”

Intende prendergliela al Mondiale in Brasile? I miei sogni sono quelli di tutti. Mondiale, Scudetto, Champions. Ogni bambino si immagina con un trofeo del genere in mano, perchè non esagerare coi sogni? Scherzi a parte, spero di godermi un’esperienza come il Mondiale al cento per cento”.

Flashback sulla Confederations. Si ricorda che ha segnato un rigore  a cucchiaio a Iker Casillas? “Ci ho provato anche da piccolo, al Torneo di Rieti. Era la finale, eravamo ai rigori. Presi la rincorsa, ero con la Ternana ed in panchina c’era mister Tibia. La tirai sopra la traversa. Si immagina dopo…?

Con la Spagna andò diversamente. “Andai da Giovinco, poi da Pirlo che mi disse ‘se te la senti, vai pure’. Beh, se segni un rigore del genere è tanta roba. E’ una grande responsabilità. Peccato poi sia finita male e non per quel rigore che segnai”

In pillole: l’avversario più forte affrontato? “Kyle Walker”.

Perdoni ma ci si potrebbe immaginare tutto ma non Walker del Tottenham.Mi ha sorpreso, è un giocatore forte, velocissimo, fisico. L’ho incontrato con la Lazio e mi ha veramente fatto dannare”.

L’incontro più bello ed entusiasmante?Con Papa Francesco. Prima dell’amichevole con l’Argentina siamo andati tutti insieme ed è stata un’emozione indimenticabile. Indescrivibile. Difficile impossibile, da raccontare”.

Ed il sogno più grande?Gliel’ho detto. Veder crescere mia figlia, godermela, serenamente”.

“La famiglia è un elemento fondamentale della mia vita. Mio padre è sempre stato una figura fondamentale, è stato lui a farmi capire cosa avrei dovuto fare della mia vita. Mondiale, Scudetto, Champions: perché non esagerare coi sogni?”, a parlare è Antonio Candreva, in un’anteprima del numero di Calcio2000 che uscirà a breve: “Zidane e Kakà sono i miei idoli. La Juventus? Forse sono arrivato troppo presto in bianconero. La Nazionale? Le Olimpiadi vissute in azzurro sono il passato ‘irripetibile’, mentre Brasile 2014 è un’opportunità. Il momento più emozionante? L’incontro con Papa Francesco, davvero indescrivibile”.

Pubblicato il 13/06 alle 18.50

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