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Ledesma, amore biancoceleste: “Ho vissuto nove anni stupendi alla Lazio. Il mio addio? Lotito mi ha detto che le porte sarebbero rimaste aperte per me…”
Cristian Ledesma e la Lazio: una storia d’amore che non è mai finita. L’ex capitano biancoceleste dopo appena sei mesi ha concluso la sua esperienza in Brasile con la maglia del Santos, adesso è alla ricerca di una nuova squadra: “Sto aspettando, non ce la faccio più. Mi manca il contesto in cui vivevo fino a qualche mese fa, in un altro continente – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Lazialità in TV -. Ho scelto per la recessione del contratto, penso sia giusto cambiare. Dopo Roma è difficile trovare un posto in cui stare altrettanto bene”. Poi si parla della Lazio di oggi: “Da fuori è più facile da vedere quello che non va. Ho passato alcune stagioni altalenanti, tra alti e bassi con campionati anonimi. La cosa positiva è notare che bastano un paio di vittorie per emergere. La Lazio dello scorso anno la più forte? L’anno che arrivammo terzi, al di là delle squalifiche, abbiamo fatto partite eccezionali. Avevamo in attacco Rocchi e Pandev. La squadra mi sembrava migliore. Preferisco quella Lazio a quella dell’anno scorso. Il mio futuro? Purtroppo in questo momento non c’è nulla, specialmente per il mio ruolo è difficile in Italia. Vedremo all’estero, ma non voglio tornare in Sudamerica o comunque in paesi troppo lontani. Una squadra che lotta per la promozione? Dipende, alla mia età non posso sbagliare scelta”. Ledesma torna anche sul suo addio alla Lazio: “Me ne sono andato perché non volevo passare un altro anno come l’ultimo. Io il calcio voglio viverlo, voglio avere un ruolo importante in una squadra. Pensavo che rimanere alla Lazio avrebbe significato un altro anno ai margini. Non avrebbe reso felice me, di conseguenza la mia famiglia. Cosa mi ha detto la dirigenza? Che le porte sarebbero rimaste aperte per me, per il professionista che sono stato. Io gli voglio credere. Ho passato con Lotito tutte le fasi che un giocatore può trascorrere con lui. Vedremo in futuro se era vero. Penso fosse sincero. Il rapporto con i tifosi biancocelesti? Non mi aspettavo tutto questo affetto, tutto ciò che ho dato non l’ho fatto per ricevere”. Ora inizia una nuova fase dalla carriera calcistica: “È difficile trovarmi in queste dinamiche, quelle del mercato. Quando stava per terminare il campionato, mi stavo separando dal mio ex procuratore, ho passato 14 anni con lui. Non conoscendone altri non sapevo a chi affidarmi. Finito il campionato, lui non ha potuto trovarmi una sistemazione”. Non si può non parlare del 26 maggio… “Sono convinto che una gara del genere non ci sarà più nella storia di Roma. Dentro di noi c’era la convinzione che avremmo vinto e vedevamo i giocatori avversari che avevano paura, mentre i loro tifosi erano sicuri di vincere”. Adesso però Ledesma parla come un tifoso… “Nessun giocatore può definirsi tifoso, la storia della Lazio me l’hanno raccontata proprio loro. Dire “io sono un tifoso laziale” è una cosa troppo grande”.