2013
Lettere dal 1900: i quattro punti di un derby fazioso (in giallorosso)
Tra le molte differenze che corrono tra Lazio e Roma, ho sempre pensato che spicchi l’atteggiamento dei tifosi. Se loro si dedicano al bipolarismo da risultato (laddove una vittoria corrisponde a Scudetto e una sconfitta a dirigenza di laziali), in biancoceleste si va sempre cauti, coi piedi di piombo. Il tifoso laziale è autocritico, come ogni perfezionista. Le aspettative riposte nella propria squadra non vengono mai pienamente soddisfatte dalla realtà. Di recente è accaduto una volta: il 26 maggio. Ma quella è un’altra storia.
Il tifoso laziale cerca il pelo nell’uovo perché le reminiscenze gli portano alla mente l’era Cragnotti, la retrocessione a tavolino, la banda Maestrelli: più degli altri popoli calcistici sa quanto il destino sia una divinità a sé, che sa dare quanto togliere. Quindi ci va cauto. Ma proprio per questo è scrupoloso nell’analizzare la realtà. E nel pretendere il massimo da essa.
Si dice: “Fare il comico a Roma è difficile, perché migliaia di romani sono superiori a qualsiasi comico di fama nazionale”. Parimenti: è difficile analizzare la Lazio senza ricorrere alla parola dei suoi tifosi, che più di una volta ne capiscono più degli addetti ai lavori. Su Facebook ho avuto modo di leggere, per bocca proprio di un tifoso, le uniche parole esatte in questa settimana di vigilia del memorial Roma-Lazio. E forte di quanto spiegato fin qui, in quattro punti, in un crescendo di faziosità, ve le espongo. Non è la mia penna, ma ogni laziale dovrebbe esserne soddisfatto.
1. Il posticipo è stato negato, nonostante la Lazio giochi giovedì sera in Europa League. Si va in campo domenica alle 15:00.
2. La coreografia è stata negata. La Prefettura ha ritenuto insultante per gli avversari un grande telo raffigurante la Coppa Italia che si sarebbe alzato dalla Curva Nord, alla maniera del Borussia Dortmund. I palloncini ornamentali, gonfiati ad elio, sarebbero pericolosi.
3. Il sindaco Marino oggi si è ricordato di dire che tifa/simpatizza la Roma.
4. Il Prefetto ha paventato la possibilità di giocare il derby di ritorno in campo neutro nel caso ci fossero incidenti. Ovvero: sarebbe il primo caso nella storia del calcio in cui verrebbe punita la società ospitata.
La chiosa: “A questo punto conviene non andar proprio allo stadio, così se la suonano e se la cantano da soli”. Alzi la mano chi può dargli torto.
Matteo Torre – Lazionews24.com