2013

Lettere dal 1900: se la Lazio brilla lontana dalla Lazio

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C’è una Lazio che piace, da qualche parte nel mondo. Non nei dvd allegati al giornale, quelli che presentavano i vari Stankovic e Nedved. No; è a Londra, oppure ad Antalya, se non ancora a St. Louis. E’ la Lazio lontana dalla Lazio. I calciatori biancocelesti, spediti attorno al globo in missione Nazionale, brillano. Eccome se brillano. Prendete Berisha, che ha parato qualsiasi cosa contro la Bielorussia; Rozzi e Cataldi, stelle Azzurrine; Candreva, Onazi. Apriamo due parentesi.

Il Candreva mezz’ala è piaciuto nell’Italia quanto il Candreva esterno puro non ha convinto in biancazzurro. Potrebbe essere una svolta. Onazi si è sempre espresso ai massimi livelli con la Nigeria, ma in questo Bel paese è stato necessario vederlo sulla Rai contro l’Italia prima di accorgersi del suo rendimento. Poco male; forse da oggi, con la colpa indiscutibile e negligente del ritardo, Petkovic avrà due frecce in più in faretra grazie all’amichevole di Londra.

Perché la Lazio brilli lontana da sé è un mistero tutto romano. E’ la prova reale che sta tutto nei dettagli, e non nella qualità dei singoli. Se questa squadra, scissa in Nazionali, fa il tesoro del proprio Paese (dall’Albania all’Uruguay), perché una volta uniti i tasselli non se ne ricava un quadro? Forse per la mano del pittore, Petkovic. Fors’anche per l’accostamento dei colori: è possibile che non funzionino, semplicemente per diacronia dei giocatori. Ma sarebbe un’ipotesi grigia, di presente e futuro pallore. Meglio aggrapparsi alla speranza. Che quel pittore, riassestatosi su uno sgabello che sembrava traballante, trovi sulla tavolozza la chiave per completare l’opera. Firmandola, capolavoro, in calce. Come già successe il 26 maggio.

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