Liverani sicuro: «Era giunto il momento di chiudere un ciclo per la Lazio con giocatori che sono funzionali per Baroni»
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Liverani sicuro: «Era giunto il momento di chiudere un ciclo per la Lazio con giocatori che sono funzionali per Baroni»

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Liverani, l’ex biancoceleste fa un analisi globale sulla Lazio soffermandosi sulla scelta del club di resettare da capo la rosa

Intervenuto ai microfoni di Radiosei, Fabio Liverani esprime il suo parere sulla Lazio facendo un analisi globale sui capitolini, e si sofferma sulla scelta del club di resettare da capo la rosa specialmente con l’addio dei senatori storici

PAROLE – È evidente che ogni società ha dei momenti storici, la Lazio per tanti anni è stata nell’Olimpo. Questo significa che la società è importante, quindi i giocatori devono sentirsi al top. Devono alzare l’asticella e crescere insieme alla squadra. Il tifoso è giusto che sogni e si affezioni, ma è altrettanto giusto che la società comprenda quando è il caso di cambiare qualcosa per ricostruire e dare entusiasmo. Ora la Lazio ha chiuso un ciclo con Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Felipe e credo sia stato giusto per tutti. Allo stesso tempo si è scelto un tecnico e lo si sta seguendo, mettendogli anche a disposizione giocatori funzionali

Guendouzi e Rovella stanno vivendo un buon momento; bene entrambi ieri. In chi mi rivedo? Come caratteristiche non ce ne sono tanti come me. Se devo scegliere un calciatore dico Nico Paz, mancino anche se gioca più avanti. Mi piacerebbe allenarlo, ha qualità e intelligenza. Il mancino ha un qualcosa in più? Si dice ma di certezze non ce ne sono, sostengono che il mancino sviluppa una parte più estrosa e fantasiosa di un destro

Durante i miei anni si cercavano più gli esperti, non i giovani. Oggi la Primavera si vede in tv, prima no. Io in Primavera a Viareggio facevo 20-25 gol, ora i ragazzi che ne fanno 15 sono più seguiti. C’era meno visibilità, meno attenzione alle categorie minori e quindi era più difficile arrivare in A. Il giocatore più talentuoso con cui ho giocato? Sono tanti, Nesta, Crespo, Stankovic, Mutu. Crespo aveva eleganza, era speciale, faceva gol in tutti i modi. Il più forte che ho allenato è Dia, anche se non l’ho avuto molto. Nelle mie squadre un giocatore così non l’ho mai avuto

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