2014

Le lacrime di Felipe Anderson il ‘botto inesploso’ del mercato biancoceleste

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La disperazione di Felipe Anderson prende forma (e con lui quella dei tifosi della Lazio). Dopo sei mesi dal suo arrivo a Formello ancora non si vede nulla. Non si vedono prestazioni che possano raggiungere la sufficienza, non si vedono gol e non si capisce dove sia andato a finire quel talento brasiliano tanto esaltato dal presidente Lotito e dal ds Tare. L’operazione legata al suo arrivo è stata degna delle migliori telenovelas sudamericane questa estate: cercato, voluto, conquistato, comprato e sfumato a gennaio a causa delle bizze del fondo inglese Doyen Sport. La Lazio però non si è arresa e ci ha riprovato in estate: dopo una settimana di offerte e controfferte, di smentite e di ufficialità, ha insistito fino all’ultimo e ha strappato l’accordo con il Santos e con il fondo inglese. Il tanto sbandierato fenomeno però ancora non si è visto.

Come riporta Il Tempo, I suoi numeri parlano chiaro: è stato presente in 11 gare sulle 34 disputate finora, nelle quali ha racimolato solo  un gol (contro il Legia) e niente più. Neanche una performance che valga la pena prendere in considerazione. Adesso si spiega perché, alla vista dei nove milioni di euro offerti da Lotito, in Brasile non potessero che essere felici. Felipe finora ha avuto diverse opportunità con la maglia della Lazio, ma le sue performance sono state sempre anonime e ieri contro il Ludogorets ha raggiunto l’apice: nel primo tempo è stato praticamente impalpabile, nella ripresa invece è apparso più vivace. In pochi secondi ha colpisce un palo, si è procurato un rigore e ha scelto di tirarlo. Anche se non toccava a lui. Reja ha provato invano a richiamare Biglia dicendogli che toccava a lui tirare, ma l’argentino, come ha sostenuto al termine dell’incontro, non aveva capito che toccasse a lui calciare. E allora davanti agli sguardi impietriti di tutti, Felipe ha guardato la palla, ha preso la rincorsa e ha tirato. Il risultato? Rigore sbagliato e conseguente disperazione nei suoi occhi. Pochi istanti ancora e poi Candreva ha preso il suo posto. Felipe si siede in panchina e piange abbattuto.

Se quella palla fosse entrata poteva essere una svolta sia per la Lazio, che per il numero 7. Adesso dovrà essere bravo a reagire e tirare fuori tutto il carattere che ha. Chissà se supporto, comprensione, affetto, caparbietà e impegno potranno mai tramutare queste prestazioni in qualcosa di reale, concreto e efficace. Per ora vince la disperazione.

Alessandra Reatini

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