Losi: «Cosa odiano fare? Tutto ciò che non prevede l'uso del pallone»
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Losi: «Cosa odiano fare? Tutto ciò che non prevede l’uso del pallone»

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Losi: «Cosa odiano fare? Tutto ciò che non prevede l’uso del pallone». Le dichiarazioni del preparatore atletico biancoceleste

Al termine della seduta di allenamento mattutina è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, il preparatore atletico biancoceleste, Davide Losi per fare il punto sul ritiro ad Auronzo della Lazio che sta volgendo al termine:

PAROLE– «I ragazzi si sono presentati molto bene, sono professionisti sotto tutti i punti di visti. Era giusto staccare per le vacanze estive, ma si sono preparati bene, fino a oggi hanno fatto un ritiro importante. Il terreno di gioco era migliore, la pioggia non ci ha aiutato, quindi abbiamo dovuto cambiare qualcosa di giorno in giorno. Siamo riusciti a portare avanti un discorso univoco per tutti, ma anche a differenziare per ogni calciatore. La seconda parte del ritiro sarà modulata in maniera differente rispetti agli scorsi anni per arrivare meglio alla fine della stagione. Nel corso della pausa nazionale lavoreremo per i recuperi, per bilanciare bene i carichi fisici e mentali. Giocheremo il martedì e sarà dispendioso più da un aspetto mentale che fisico, al contrario invece di com’era per l’Europa League, la quale ci consentiva di riposare meno».

RITIRO– «I ragazzi devono essere professionisti per il proprio corpo, loro si conoscono bene, a parte qualche giovane che sta imparando a farlo. Noi cerchiamo di fare del meglio nel nostro piccolo. Rispetto agli altri anni, in questo abbiamo avuto meno giorni di riposo, quindi il corpo dei ragazzi è stato meno fermo. E’ cambiato l’approccio al ritiro, prima si faceva più volume e lavoro, non considerando il risposo e l’individualizzazione dei carichi, per noi sono fondamentali. Lavorare è importante, ma anche assorbire il carico per essere prestanti magari non da subito, ma nel più breve tempo possibile. Cosa odiano fare? Tutto ciò che non prevede l’uso del pallone. Il lavoro di corsa è il più traumatico, noi abbiamo cercato di portare la metodologie dove le distanze non sono lunghe. Loro ora lo fanno con spirito diverso perché sanno che è importante poi nel corso della stagione. Per noi i gps sono fondamentali, poi i numeri vanno interpretati ».

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