2014

Lotito dice la sua: “Colpevole di non aver venduto sogni. Pronto ad ascoltare le critiche costruttive”

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Tifosi contro Lotito, la guerra continua. Il patron biancoceleste, ha partlato ai microfoni di RaiSport durante la trasmissione ‘Il processo del lunedì’: “I tifosi mi hanno contestato anche sul peso fisico e hanno ragione. Mi sono messo a dieta perché dovrei rappresentare le persone che ancora mi danno fiducia ed è giusto che le rappresenti al meglio – inizia scherzando il patron – Fotografia del club all’epoca, la Lazio aveva 550milioni di debiti quando l’ho presa. Per tre anni ho dovuto pagare due squadre, non aveva un negozio, una televisione, una rivista. Io sono abituato a proiettarmi nel futuro, mai nel passato. Lo uso per far tesoro dell’esperienza. Al di là di persone che da sempre mi hanno osteggiato, questa società rappresenta un futuro certo, soprattutto per la tifoseria sana. Quando sono subentrato, la Lazio galleggiava tra iscrizione e non iscrizione. Oggi è tutto in regola”.

In molti criticano Lotito di non avere una programmazione adeguata per il futuro: “Per il progetto tecnico parlano i fatti. Nonostante il risanamento economico e finanziario sono stato contestato per il settore giovanile. Oggi abbiamo il ranking più alto di Serie A. Il prossimo anno porteremo 4-5 giocatori della Primavera in prima squadra. Probabilmente non ho fatto sognare le persone. Quando uscì il primo numero della nostra rivista, c’era scritto ‘io sono colpevole’. In quanto ho fatto iniziative solo per il bene della società. Non ho venduto sogni, e non farlo, nel calcio, significa di non avere affetto nei confronti dei tifosi. Io ho curato la solidità della società. Io dissi tre anni per ripartire. Al di là del risanamento è diventato un punto di riferimento per l’innovazione del calcio italiano. Oggi ci sono squadre che solo oggi capiscono l’importanza di coniugare risultato economico con quello sportivo. Abbiamo sempre consentito alla squadra di stare tra il 5 e il 6 posto”.

Nell’anno dell’approdo alla Lazio, Lotito trovò una società in piena crisi economica: “Nel 2005, una volta ottenuto la transazione con il fisco, molto difficile, basata sul mio impegno personale di giorno e notte. È stato un fatto tecnico, non politico. Ho fatto cose che oggi non sarei in grado di rifare. In quel periodo, forse qualcuno si è reso conto. Io non ho mai contattato la tifoseria per ottenere posizioni. Ringrazio i tifosi che non hanno danneggiato la squadra. all’improvviso lanciai l’idea della cittadella dello sport appena arrivato e trovai la gente che mi diceva che dovevo lasciare la Lazio perché per loro si era esaurito il ruolo di Lotito. La società ha una proprietà e sono anche il gestore. Non recrimino questa dicitura, sono proprietario ma anche gestore di ciò che rappresenta. Non voglio fare la fine della cicala. Ora non è più consentito fare voli pindarici con i soldi. Se un giorno potrei cedere la Lazio? Acquirenti seri non ce ne sono, ma anche se ci fosse non si potrebbero fare aumenti di capitale. I tifosi sono stati utilizzati dal punto di vista economico quando gli è stato chiesto due aumenti di capitale. Io non ho tolto nulla ai tifosi, anzi gli ho dati attraverso le azioni. Io sono convinto che serva lo stadio. una realizzazione tecnica che comporta tre anni di tempo, il problema sono le autorizzazioni. Io parlo con i fatti, non sulle teorie. C’è una norma che non consente quel processo di valorizzazione che possa permettere di far diventare quella struttura come la casa dei tifosi. in tempi non sospetti dissi che il mio impegno sia quello di costruire lo stadio. lo stadio non dipende da me, ma dalle autorizzazioni. Quello che vorrei ricordare è che l’intervento di qualsiasi persona esterna non può incidere sulla società. Lo sbilanciamento può essere legato solo al 15% nel triennio. Da 84 milioni l’ho portata a 110 milioni di ricavi. Non presentandosi allo stadio, i tifosi non hanno fatto un danno a Lotito, ma allo Stato e indirettamente alla Lazio. li abbonamenti sono 20mila, 9mila sono ‘cuccioloni’ a un euro. Quando abbiamo vinto la Coppa Italia, con la Coppa in mano mi hanno tirato le monetine sotto la Curva. Sono considerato un corpo estraneo in un sistema dove è prevalsa una logica diversa da quella che conosciamo. Io ritengo che il tifoso critichi nel momento giusto e in maniera costruttiva. Se avremo un campionato deludente è giusto essere criticati”.

Sugli ultimi episodi della contestazione: “Su certi comportamenti c’è una regia dietro. Una squadra che era fallita, poi risanata che detta l’indirizzo di rinnovamento del calcio italiano. La Lazio da quando ci sono io ha una rappresentanza che non ha mai avuto nella sua storia. Oggi con la televisione, la radio e i negozi occupo degli spazi all’interno del sistema, che possono non far piacere ad altre persone. Nella radio della Lazio ho avuto un’intervista in due anni e mezzo. Non l’ho mai usata. Noi vogliamo fare informazione, non controinformazione. Ogni giorno c’è gente che si cimenta e parla di bilanci. Mi hanno detto che ho costretto Hernanes ad andare via e che lo ho chiamato per fargli dire il contrario. Non ho mai avuto nemmeno il suo numero di telefono. Hernanes aveva interesse ad andare via e lo ha detto attraverso dichiarazioni vere che voleva fare un’altra esperienza. I giocatori non vogliono venire alla Lazio? Non mi risulta, a me sembra che chi viene spesso non se ne vuole più andare perché sta bene. La mia indole mi porta sempre al dialogo. Ma sono irremovibile in situazioni che comportano applicazione di norme. A Formello faccio volare le colombe e l’aquila. Le persone per bene le rispetto e della critica costruttiva ne faccio tesoro. La prima squadra di Capitale me l’ha suggerito un tifoso, stesso discorso per l’aquila. La Lazio ha comprato un pullman, mai avuto in 70 anni, di altissimo livello per colmare il gap economico con le altre squadre. Anche se ha poca funzionalità. Perché la gente deve avere senso di appartenenza. Io rispondo a tutte le lettere. Anche a quelle di parecchi penitenziari, sempre mettendomi a disposizione contrariamente a quello che viene detto. Lo faccio in silenzio. Ho trovato la testimonianza di tanta gente che non pensava che un presidente sarebbe andato in prima persona in certi posti. Sono cattolico praticante e esterno i miei comportamenti sulla base di comportamenti oggettivi. Io non vado muro contro muro, sono irremovibile di fronte a posizioni strumentali. Le cose giuste ne faccio tesoro e cerco di attuarle. Capisco che è importante avere un punto di riferimento. Io sono il papà di questa grande famiglia. Il senso della frase che lascerò il club a mio figlio non è un gesto di sfida, ma di continuità con il futuro. Da quando ho preso la Lazio ho avuto solo guai, io la intendo per spirito di servizio e ho l’obbligo di proiettarmi in un futuro che desse alla gente la possibilità di sorridere. Un problema tipico di questo paese in questo momento. Quando si vince è merito del tifo, quando si perde è colpa di Lotito. Ho chiesto di fare insieme un percorso di crescita, qui invece si intende solo per distruggere e agli atti di forza rispondo con la legalità. L’inno della Lazio è non mollare mai, oggi mi attacca. Vorrei capire qual è la filosofia. Nessun laziale nella Lazio? Le persone solo perché laziali devono avere voce in capitolo. Bob Lovati aveva accesso totale, non voglio trasformare la Lazio in un mercato”.

Sul calciomercato: “Ho una lista di acquisti, ma come ben sa, siccome sono un rappresentate di istituzioni e in questo momento non si può parlare di mercato. Acquisteremo in più reparti, un attaccante già conosciuto ai media, parliamo di persone di alto livello. Il problema non è solo comprare, dobbiamo avere un progetto. Due anni fa mi contestavano perché la squadra era vecchia, oggi perché è giovane”.

Chiusura finale del presidente Lotito:La riduzione drastica dei ricavi da stadio investe tutto il sistema del calcio italiano: motivo economico congiunturale del sistema paese, disaffezione generale per la televisione e stadi di poco appeal, neanche per la partita di Coppa Italia lo stadio era pieno e lì non si può certo parlare di problema Lotito. Anche altri club hanno lo stesso problema. I prezzi che ho praticato sono quelli di dieci anni fa. Altre squadre fanno molto di più. Quanti sono gli abbonati? Non 20mila, 11mila perché è come se avessi regalato abbonamenti a 9mila. Quando dite che sono tanti a Lazio-Sassuolo è una bugia. Chi vince lo scudetto? La Juve, secondo posto il Napoli. Terzo posto non lo so. La riduzione drastica dei ricavi da stadio investe tutto il sistema del calcio italiano: motivo economico congiunturale del sistema paese, disaffezione generale per la televisione e stadi di poco appeal, neanche per la partita di Coppa Italia lo stadio era pieno e lì non si può certo parlare di problema Lotito. Anche altri club hanno lo stesso problema. I prezzi che ho praticato sono quelli di dieci anni fa. Altre squadre fanno molto di più. Quanti sono gli abbonati? Non 20mila, 11mila perché è come se avessi regalato abbonamenti a 9mila. Quando dite che sono tanti a Lazio-Sassuolo è una bugia”. “La Juve vince lo scudetto, secondo posto il Napoli. Terzo posto non lo so. Fair Play finanziario? Io guardo gli obblighi nostri, la Lazio lo rispetta. Se verranno fatte le esclusioni dalle Coppe o multe salate la Lazio non ci rientrerà. A livello Nazionale servirà del tempo per potersi adeguare. Ma se io devo vendere uno sponsor a una cifra irrisoria è preferibile usarla per fini benefici. No macis, eccetera. C’è qualcuno che ha uno sponsor importante? Lo proponesse. L’appeal è dato da fatti concreti. Finale Coppa Italia, in Europa League, se gli altri svendono è una scelta gestionale. Ci sono squadre di Serie A che prendono 12-13 milioni, alcuni prendevano 7 milioni all’epoca. Perché non cede la società ai tifosi? Distruggerebbe la società. Sono un combattente, non un reduce. Ho il concetto della guerra del 15-18: ‘Il piave mormorò non passa lo straniero’. Come arriverà la Lazio in classifica? Voi pensate che io lavori contro la Lazio? Alcuni tifosi lo fanno. I risultati non dipendono solo dalla nostra capacità, se dipendesse dai miei sforzi. La Roma ci è stata sotto per tanti anni, e soprattutto non ha mai respirato aria europea, solo quella di Roma”.

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